Posti in piedi in Paradiso

Regia di Carlo Verdone. Durata: 110 minuti.

Ulisse, Fulvio e Domenico sono tre uomini separati, ognuno con un lavoro che offre entrate precarie; per far fronte alle spese di mantenimento per moglie e figli, affitto e conti da pagare, decidono di condividere un appartamento e dividerne le spese. La convivenza naturalmente non sarà facile, ma le cose sembrano complicarsi ancora di più per Ulisse quando, nella vita dei tre coinquilini, subentra Gloria, cardiologa dal carattere pasticcione e confusionario. Ma proprio la presenza di Gloria aiuterà Ulisse nell'affrontare un momento difficile con la figlia. Commedia dagli accenti molto amari, questa di Carlo Verdone, ormai sessantenne, che riflette sul ruolo della famiglia, sui rapporti tra genitori e figli. La storia, come si è capito, è incentrata su uomini che per propria responsabilità hanno mandato all'aria il matrimonio e sono costretti a vedere i figli raramente e quasi sempre solo perché la moglie sollecita il pagamento del mantenimento (addirittura, Domenico "arrotonda" facendo il gigolò); tra essi solo il personaggio interpretato da Verdone sembra sentire davvero la mancanza della figlia. Eppure sarà proprio attraverso i figli che alla fine le cose si potranno in qualche misura ricomporre. Il film di Verdone è giocato su più registri: abbiamo da una parte alcuni esempi della commedia all'italiana, con i protagonisti un po' cialtroni, un po' fanfaroni, ma anche uno spaccato di una certa realtà sociale, ma il regista nonostante qualche situazione un po' salace (alcune scene del film risultano del tutto inutili, se non per suscitare qualche facile risata) non cade nel cinismo, e anzi affida in buona parte proprio alle nuove generazioni la possibilità di rimediare ai molti errori di genitori che sembrano aver trascurato molti - fondamentali - valori.
Date le premesse e alcuni passaggi, il film si rivela non adatto ai giovanissimi.