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Al Cinema - L'abbaglio

Regia di Roberto Andò

Al Cinema - L'abbaglio

Regia di Roberto Andò. Interpreti: Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò, Leonardo maltese. Durata 130 minuti.

A Genova Quarto il colonnello Orsini sta arruolando quanta più gente possibile per formare i Mille che sbarcheranno a Marsala. Tra i tanti che arrivano da diverse regioni, si presentano anche Domenico Tricò e Rosario Spitale. Appena sbarcati a Marsala i Mille vengono attaccati dall’esercito borbonico, e nella concitazione Tricò e Spitale si danno alla fuga. I due disertori, dopo varie peripezie, incroceranno nuovamente la truppa di Orsini, che cerca di depistare l’esercito borbonico, permettendo a Garibaldi di entrare a Palermo.

Roberto Andò (nato a Palermo nel 1958) dopo “La stranezza” torna a girare un film ambientato in Sicilia tratto dal racconto di Leonardo Sciascia “Il silenzio”. Il regista filma un’opera in cui si mescola la grande Storia con quella minuta e quotidiana della gente comune e lo fa partendo da una figura storica che non emerge nei manuali. Qui l’Eroe dei due mondi compare solo a tratti, mentre il personaggio principale è il colonnello Vincenzo Orsini. Lo stesso Sciascia aveva scritto, durante le celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia, che ci si era scordati di questo personaggio fondamentale e della gente di Sambuca che, correndo un grave pericolo, aveva dato rifugio a questo gruppo di soldati. A stemperare la drammaticità degli eventi ancora una volta sono presenti Ficarra e Picone, che attraversano i luoghi della Sicilia tra conventi e villaggi, e che loro malgrado finiscono negli ingranaggi della Storia: due personaggi che possono ricordare quelli di Gassman e Tognazzi in “La grande guerra”. Dunque un film in cui emergono vari registri: tragico e commedia, idealismo e cialtroneria.

Lapidario rimane poi il finale affidato al dolente personaggio di Orsini, al quale Andò consegna il suo pensiero. Una precisazione va fatta: nel film il personaggio del parroco di Sambuca viene dipinto come un don Abbondio, in realtà Leonardo Sciascia descrisse l’arciprete Ciaccio come colui che con astuzia riuscì a raggirare il generale borbonico e salvare il paese. Un ribaltamento dei ruoli, possiamo immaginare, ai fini dell’epilogo del racconto.
Ottimo cast: dal bravissimo Toni Servillo a Giulia Andò nei panni di Assuntina, a Leonardo Maltese nei panni del tenente veneto Ragusin, al duo Ficarra e Picone.

Fonte: Il Cittadino
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