Al cinema - Il richiamo della foresta

Siamo nell'Ottocento, negli Stati Uniti: Buck è un cane che vive in una casa del Sud degli Stati Uniti, ma una notte per punizione viene lasciato dormire fuori, nel portico. E' così che viene rapito, portato al Nord e venduto come cane da slitta per i cercatori d'oro del Klondike. Dopo molte peripezie viene preso dall'eremita John Thornton. Uomo e cane si affezioneranno l'uno all'altro, e insieme affronteranno molte avventure nell'estremo nord.
Molti avranno letto il bellissimo romanzo di Jack London, scritto come primo racconto nel 1908 e diventato un classico della narrativa americana. Sono molte le trasposizioni cinematografiche (l'ultima risale al 2009) da "Il richiamo della foresta" e va detto che negli ultimi anni si assiste ad una riscoperta dei romanzi dello scrittore americano.
Il film è girato facendo uso anche della grafica computerizzata (CGI), cosa che per molti critici è andata a detrimento del film. Chris Sanders (regista di film d'animazione, tra i quali il famoso "Lilo e Stich") realizza un film d'avventura tra i più classici, in cui emerge il grande paesaggio del Nord America; un'opera in cui emerge intatto il forte legame di amicizia che nasce tra Buck e il solitario John Thornton. La stessa storia del cane Buck può essere vista come metafora di un viaggio di formazione in cui, attraverso difficoltà, sofferenza e amicizia, si arriva alla consapevolezza della propria identità. E' così infatti che Buck da cane che non deve lottare per il cibo, dovrà scoprire qual è la vita per cui è nato.
"Il richiamo della foresta", distribuito dalla Walt Disney, è un film commovente e di sostanza, pulito, che ritrae una natura spettacolare (anche se in parte resa tale dalla CGI) capace di coinvolgere il grande pubblico di grandi e piccini, con un Harrison Ford in grande forma nella parte di John Thornton.
Mariangela Grilli