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Diminuiscono le tutele per i lavoratori fragili

Meno "smart working" e revisione della "malattia"

Chi sono i lavoratori fragili? Sono i malati di tumore, gli immunodepressi, chi soffre di artrite reumatoide, gli invalidi certificati dalla legge 104. Da quando è iniziata la pandemia, in concomitanza con lo “stato di emergenza”, per loro erano previste due tutele particolari: lo smart working, laddove possibile e l’equiparazione di eventuali periodi di malattia al ricovero ospedaliero. Tra una proroga e l’altra dello stato di emergenza finora è stato così.

Ma dal 1° gennaio (lo ha stabilito la legge 221 del 24 dicembre 2021) la prima tutela viene ridotta mentre la seconda addirittura cancellata.
Un doppio pasticcio. Il primo: mentre in tutta Italia lo stato di emergenza è protratto fino al 31 marzo 2022, per i lavoratori fragili si riduce la possibilità di fruire dello smart working solo fino al 28 febbraio.

Un vero paradosso: chi è stato certificato “fragile” dalla ATS avrà un mese in meno di tutela degli altri.
Si prevedono contenziosi su questo punto, considerato che i certificati di inidoneità temporanea nel frattempo rilasciati agli interessati dalle autorità sanitarie estendono la loro validità a ‘tutto’ il periodo di emergenza e non solo ad una parte di esso.
Il secondo: la legge rinnova il comma 2-bis di un precedente decreto e non anche il comma 2 (solito burocratese): ciò determina che viene preclusa la via dell’equiparazione degli eventuali periodi di malattia dei lavoratori fragili al ricovero ospedaliero.
In pratica - per fare un semplice esempio - per assentarsi dal lavoro per una terapia ciclica o di urgenza, il “fragile” dovrà attingere al periodo di comporto contrattuale o alle ferie, correndo il rischio di decurtazioni economiche stipendiali, poiché è chiaro che un chemioterapico o un immunodepresso che ricorre a cure salvavita lo deve fare seguendo le necessità terapeutiche della malattia stessa e ciò ancor più in una situazione di pandemia crescente che comporta il grave rischio di sovraesposizione al contagio.
Inoltre non tutti i lavori possono essere svolti in smart working: una bidella in lavoro agile cosa fa? Pulisce casa sua?
Una cuoca cucina per la famiglia?
Un postino consegna la posta a se stesso?
E via dicendo.
Non si sa se aver escluso questa tutela sia stata una scelta o una dimenticanza. Ma dove sono i sindacati?
La proroga parziale di una legge in vigore fino al 31 dicembre 2021 diventa un errore grave e un danno.
Sarà una questione senz’altro “burocratica” ma anche una cosa da spiegare, da chiarire e da risolvere con urgenza.

Fonte: Il Cittadino
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