Un sacchetto di biglie

Interpreti principali: Dorian Le Clech, Batyste Fleurial, Patrick Bruel, Elsa Zylberstein. Durata 109 minuti.

Parigi 1942: Joseph e Maurice Joffo sono due giovani fratelli, figli di un barbiere e di una violinista, che vivono nella Francia occupata dai nazisti.  Quando il pericolo di essere catturati e deportati si fa sempre più vicino, il padre fa fuggire i due ragazzi facendo loro promettere che mai dovranno rivelare di essere ebrei.

“Un sacchetto di biglie” è tratto dal libro autobiografico di Joseph Joffo, davvero figlio di parrucchieri (lui stesso ne ha continuato l'attività) che aveva vissuto le vicende riportate nel film.

Nel 1975, a due anni dalla pubblicazione, il francese Jacques Doillon ne aveva tratto un film, tralasciando però alcuni dettagli non da poco. Infatti, Doillon non aveva dato alcun rilievo al ruolo dei sacerdoti che avevano invece aiutato i ragazzi a nascondersi e a fuggire. Ora questo saliente particolare è riportato dal regista canadese Christian Duguay, il quale, fedelmente al libro, conduce la narrazione dal punto di vista dei ragazzi. Anche la figura del padre emerge in modo più profondo e veritiero rispetto al primo adattamento cinematografico francese.

Il risultato è invece adesso quello di un film appassionante, lontano dalla retorica e in cui non si dimentica, pur nelle atrocità perpetrate in quel periodo, l'umanità generosa e il senso della speranza. Così Christian Duguay, regista già di “Belle e Sebastien” si conferma autore attento alle qualità psicologiche e morali dei personaggi di cui tratta. Un bel film, che per certi aspetti - nell'uso della fotografia, nei volti dei ragazzi – non mancherà di ricordare agli spettatori un film altrettanto bello di Louis Malle “Arrivederci ragazzi”. Sicuramente a molti susciterà il desiderio di leggere il libro di Joseph Joffo.