Il figlio dell’altra
Regia di L. Levy. Interpreti: Emmanuelle Devos, Pascal Elbé, Jules Sitruk
Regia di L. Levy. Interpreti: Emmanuelle Devos, Pascal Elbé, Jules Sitruk
Joseph Silberg, figlio di un ufficiale e di una dottoressa, è in procinto di entrare nell'esercito israeliano, Yacine Al Bezaaz studia medicina a Parigi e la sua ambizione, per lui che proviene da una famiglia ben più modesta rispetto a quella di Joseph, è di riscattare la condizione dei propri genitori e di aprire un ospedale una volta tornato in patria. Joseph è ebreo, Yacine è arabo, separati da un striscia di cemento. Quando però Joseph va alla visita di leva scopre che il proprio gruppo sanguigno non è compatibile con quello dei genitori; dopo un primo momento di confusione, le due famiglie scopriranno che i ragazzi, nati nello stesso momento e nello stesso ospedale, erano stati scambiati durante la fuga dai bombardamenti.
Il tema dello scambio nella culla è di vecchia data (non ultimo quello interpretato dal duo Ficarra e Picone in "Il 7 e l'8"), ma qui lo scambio non comporta "semplicemente" il vivere in un'altra famiglia, bensì l'appartenere a due popoli che da oltre sessant'anni sono in conflitto. A questo punto la narrazione poteva cadere facilmente nella banalità, invece la regista Lorreine Levy, ebrea francese, riesce magnificamente nell'intento di far emergere l'orrore di una guerra attraverso la sensibilità di due famiglie. Lorreine Levy è brava a far percepire la tensione costante in cui vive la gente in una terra dove si sta costantemente all'erta, dove ogni fruscio, ogni rumore strano, fa presagire un attacco dal nemico; soprattutto ha il merito di far emergere la sensibilità femminile e materna nella visione contro l'orrore del conflitto che sta falcidiando il popolo ebraico e quello palestinese: infatti fin dal momento in cui i genitori scoprono la verità sull'identità dei propri figli, vediamo che sono le madri ad avvicinarsi l'una all'altra, mentre per i due padri diventa difficile accettare la verità e superare vecchie ideologie e vecchi rancori. Certo le due famiglie saranno costrette a interrogarsi sulle reciproche identità e sui propri valori.
Pregevole film che riesce a superare anche il rischio della banalità nel proclamare il desiderio di accettazione dell'altro e della speranza attraverso l'amore e la comprensione. Il cast è composto da attori israeliani e palestinesi ed è stato presentato al Torino Film Festival.
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