Triangle
Regia di Costanza Quatriglio. Interprete. Mariella Fasanella, nella parte di se stessa. Durata 63 minuti.
Regia di Costanza Quatriglio. Interprete. Mariella Fasanella, nella parte di se stessa. Durata 63 minuti.
Il 25 marzo del 1911 un incendio si propagò all’ottavo piano del grattacielo che ospitava la fabbrica Triangle, che produceva camicette da donna all’epoca molto di moda. Esattamente cento anni dopo, a Barletta crolla una palazzina in cui risiede un maglificio, anche lì lavoravano un gruppo di donne (tra le quali la figlia del proprietario). Tra quelle lavoratrici solo mariella Fasanella si è salvata. Nel film ascoltiamo la sua storia, intervallata dalle immagini di repertorio riferite all’incendio di cento anni fa. Costanza Quatriglio è nata nel 1973 a Palermo, ha già al suo attivo alcuni cortometraggi, tra i quali “Anna!” presentato a Cannes nel 2000, dove ha un certo successo anche nel 2003 con il film “L’isola”. Nel 2006 ha presentato alla Festa del Cinema di Roma “Il mondo addosso” storie di ragazzi migranti, che erano giunti da soli in Italia. Insomma, la Quatriglio, con questo documentario, dimostra ancora una volta sensibilità verso un certo mondo del lavoro. In “Triangle” parte, appunto, dalla drammatica coincidenza della sciagura accaduta a New York e quella a Barletta. Allora, nella fabbrica di camicette lavoravano circa cinquecento persone, per la maggior parte donne immigrate italiane; a Barletta le lavoratrici sono di meno, ma solo una si salva.
La regista non ne fa un film “urlato”, ma anzi, con grande sobrietà interroga Mariella Fasanella che racconta il suo dolore per la morte delle persone che lavoravano con lei, pur non tralasciando le condizioni del loro duro lavoro. Le sue parole vengono intervallate dai filmati e dalle immagini di repertorio di ciò che accadde nel 1911 a New York e non si può fare a meno di provare vicinanza per coloro che vivono il lavoro in condizioni di grave precarietà e sfruttamento. Triangle è un film asciutto, non banalmente ideologico, che non può fare a meno di commuovere, poiché ciò che viene ritratto è soprattutto l’essere umano e le parole di Mariella che si interroga sul miracolo della sua salvezza.
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