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San Francesco protagonista nella storia del cinema

Una ventina di titoli dedicati al Santo di Assisi dal 1911

San Francesco protagonista nella storia del cinema

Da Franco Cardini a Chiara Frugoni, che a San Francesco e a Santa Chiara ha dedicato più di un libro, a Barbara Frale, archivista in Vaticano, la bibliografia sul Santo di Assisi continua ad arricchirsi di nuove indagini; non contiamo poi i grandi pittori che ne hanno raccontato la storia, pensiamo soltanto al grande ciclo di affreschi nella Basilica di Assisi, ad opera di Giotto. Amato e vezzeggiato dai suoi genitori, figlio unico e perciò unico erede di un ricco mercante, Francesco aveva ricevuto ogni dono per condurre una vita agiata. Finché il suo incontro vero e vivo con il Vangelo e dunque con Cristo, lo cambiano profondamente fino a lasciare tutto per dedicarsi agli ultimi. Nel Novecento, la storia di San Francesco suscita anche l'interesse della Settima Arte e, tralasciando le versioni televisive, sono una ventina i film a lui dedicati, a partire dal 1911: siamo ancora nell'epoca del muto ed Enrico Guazzoni gira "Il Poverello di Assisi" in occasione dell'Esposizione Internazionale di Torino. Lo stesso regista aveva raccontato in seguito che inaspettatamente decise di filmare, non in un teatro di posa, ma proprio ad Assisi, mentre il "poverello" era interpretato da Emilio Ghione che si era rapato a zero e "si era dato a letture astruse" per meglio aderire alla figura del Santo. Nel 1918 è la volta di "Frate Sole" di Ugo Falena. La prima vera pietra miliare nell'epoca del sonoro è "Francesco giullare di Dio" di Roberto Rossellini, che aveva curato anche la sceneggiatura insieme a Federico Fellini. Il film è costituito da 11 episodi tratti dai Fioretti di San Francesco e dalla Vita di Fra' Ginepro; gli episodi sono girati in bianco e nero e, a parte alcune celebrità come Aldo Fabrizi nella parte di un usuraio, molti attori erano Frati Francescani del convento di Maiori, vicino a Salerno. Il film ad oggi appare molto particolare, sicuramente vi sono tutti gli elementi del cinema neorealista: molto scarno, in bianco e nero, ma nonostante qualche pecca, traspare in tutta l'opera una sorta di misticismo; San Francesco possiede un carisma che si manifesta attraverso la gioia, la semplicità e la dolcezza, i suoi stessi compagni sono come contagiati dalla sua fede, infatti in "Francesco giullare di Dio" vi è l'inizio del francescanesimo. Nel 1964 il regista ritornò al convento di Maiori per incontrare questi "attori" un po' anomali e a ricordo di questa visita rimane un filmato nelle Teche Rai. Tra i film più famosi ricordiamo "Fratello Sole, Sorella Luna" del 1971, di Franco Zeffirelli.

Il regista toscano realizza un'opera spettacolare, con un cast internazionale, la musica è di Riz Ortolani e alcune canzoni sono affidate a Claudio Baglioni. Il film ha tutto per ottenere un grande successo ed è ispirato alla vita di San Francesco, dalla giovinezza all'approvazione della regola da parte di Papa Innocenzo III. Il film è stato accusato di essere più spettacolare che profondamente religioso, ma uno degli intenti del regista è quella di mettere in risalto soprattutto l'armonia tra la spiritualità di Francesco con tutto il creato e le creature, il suo candore. La storia rimane sullo sfondo della narrazione, infatti il film è calibrato soprattutto sulla poesia e la bellezza pittorica delle immagini e la musica che accompagna le azioni del Santo, tanto da suscitare tra le varie riflessioni, quella di aver dato di S. Francesco una visione da "figlio dei fiori". Nel 1960 Liliana Cavani propone alla Rai un film su San Francesco: si intitola "Francesco d'Assisi" e la Rai accetta proponendolo in due parti. Il Santo di Assisi è interpretato da Lou Castel; ma sarà poi nel 1989 che la regista emiliana susciterà grande scalpore con "Francesco".

La storia ha inizio dall'incontro tra Chiara e i confratelli di Francesco, subito dopo la sua morte e ognuno ripercorre il modo in cui è iniziata la storia, dalla gioventù sregolata alla santità. La scelta di un attore giovane e prestante come Mickey Rourke suscitò non poche critiche, eppure il film della Cavani ebbe il merito di dare una visione concreta della vita di Francesco e del suo itinerario sofferto prima di giungere alla scelta di vita radicale per amore di Cristo. Nel film non manca una buona caratterizzazione dei confratelli, soprattutto della mitezza di frate Leone che accompagna il Santo nell'isolamento de La Verna per scrivere, per l'ennesima volta, la Regola francescana. Mentre al soglio pontificio sale Papa Bergoglio, si risveglia in Liliana Cavani l'interesse per San Francesco e torna a girare per la televisione un film interpretato questa volta dall'attore polacco Mateusz Kosciukiewicz. La regista ha ricevuto da Assisi la cittadinanza onoraria proprio per questo suo appassionato interesse verso la figura del Poverello. Si era detto che sono una ventina, soltanto in Italia, i film su questa magnifica figura di santo, e qui ne abbiamo citato solo alcuni, ma vale la pena di concludere con un ultimo film straniero: "Il sogno di Francesco" per la regia di Renaud Fely, Arnaud Louvet. Interpretato da Elio Germano, vi si si raccontano soprattutto i dialoghi tra San Francesco e frate Elio da Cortona ponendo così l'accento soprattutto sul francescanesimo, sull'eredità e lo sviluppo della Regola all'interno dell'Ordine. L'opera è recente, del 2016, a riprova del fatto che il Santo di Assisi non smette di esercitare il suo profondo carisma.

Fonte: Il Cittadino
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