Torna a casa, Jimi
Regia di Marios Piperides
Siamo a Nicosia. Yiannis è un giovane e spiantato musicista, è in arretrato con l’affitto, due brutti ceffi lo cercano per farsi restituire dei soldi e anche la ragazza lo ha lasciato. Così Yiannis, solo con il suo cane Jimi, sta pensando di farsi una vita in un altro paese, ma improvvisamente Jimi corre verso la zona turca dove rimane intrappolato e Yiannis deve trovare un modo per riprenderlo. Cercherà l’appoggio in Hasan che vive oltre il confine. Nicosia è una città divisa in due: sebbene oggi non lo si ricordi neanche più, dal 1974 l’isola di Cipro è divisa in due territori, quello greco –cipriota e quello turco – cipriota. Tra i due l’Onu fa da cuscinetto. Per legge è severamente vietato trasferire da una parte all’altra qualunque oggetto, che sia una pianta o un animale e qualsiasi altro prodotto. Dunque per Yiannis costituisce un’impresa attraversare la zona cuscinetto e ritornare con il suo cane. Il film del greco-cipriota Marios Piperides rappresenta efficacemente l’assurdità di una simile situazione, in cui come è facile intuire la vera questione non è il cane, bensì la lacerazione che si è creata in questi decenni in cui intere generazioni di famiglie si trovano divise da un confine invalicabile, così come lo è stato per la Germania prima della caduta del Muro, tanto per fare un esempio. Inoltre tutto ciò ha comportato una frattura anche dal punto di vista politico, economico e religioso (cristiani da una parte e musulmani dall’altra). “Torna a casa Jimi. 10 cose da non fare quando perdi il tuo cane a Cipro” (questo è il titolo completo), è stato premiato al Festival di Tribeca (New York) meritatamente: anche senza troppi virtuosismi, Piperides ci porta tra le strade degradate di Nicosia in una commedia bizzarra e divertente, ma carica di sottintesi ben più drammatici, che ne fanno un’opera davvero interessante per i suoi aspetti etici e morali.
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