Tonya

Tonya Harding ha soltanto 4 anni quando si affaccia sul mondo del pattinaggio. E’ una bella bambina dotata di entusiasmo e di un talento innato che la condurranno alle Olimpiadi (una delle pochissime a fare un triplo axel), ma una madre dispotica e un marito poco raccomandabile la porteranno, a soli 23 anni, alla ribalta della cronaca nera.

Tutti coloro che amano guardare il pattinaggio artistico da diversi anni, ricorderanno che Tonya Harding fu accusata di aver aggredito l’atleta rivale Nancy Kerrigan e la sua carriera si concluse con le Olimpiadi di Lillehammer. Il regista australiano ne ripercorre la storia dai quattro ai 23 anni, facendo raccontare ai personaggi coinvolti la propria versione dei fatti, da Tonya, alla madre Lavona, al marito Jeff, all’allenatrice. Naturalmente tutte in contraddizione, poiché ognuno racconta il proprio punto di vista. Ne risulta una sorta di storia che avrebbe del comico se non ci fosse una profonda tristezza che percorre tutta la vicenda.

Il ritratto che emerge è quello di una bambina che non è mai stata mandata a scuola, con una madre del tutto anaffettiva che la spinge a diventare una campionessa sfruttando il talento della figlia. Infatti il linguaggio e il contesto sono molto grezzi, e si capisce che Tonya finisce con lo sposare Jeff più per solitudine, è probabilmente la prima persona che le dedica attenzione, che per amore, ma il marito non si rivela migliore della madre. Così ciò che emerge soprattutto è il ritratto di una giovane arrogante e arrabbiata, ma profondamente sola e desiderosa di ottenere l’attenzione e il riconoscimento che le è sempre mancato; il regista mostra una giovane che, senza alcuna istruzione, punta tutto sulle sue doti atletiche, ma che perde tutto quando finisce nei guai con la legge, senza possibilità di appello. Anche il mondo mediatico è in causa poiché da una parte contribuisce alla sua fama così come alla sua distruzione. Il film è condotto con grande dinamismo, una sorta di “Bellissima” dei giorni nostri, ma rivolto soprattutto ad un pubblico preparato. Nei titoli di coda i veri protagonisti della vicenda.