La bicicletta verde

Regia: Haifaa Al Mansour. Interpreti principali: Reem Abdullah (la madre), Waad Mohammed (Wadjda), Abdullrahman Al Gohani (Abdullah), Ahd (Hussa), Sultan Al Assaf (il padre).
Durata: 97minuti.

W adjda è una bambina di dieci anni che vive nella periferia di Riyad, la capitale dell'Arabia Saudita; lungo la strada che la porta a scuola, qualche volta Wadyda incontra Abdullah suo coetaneo che la segue con la bicicletta. La bambina decide di sfidarlo in una gara e cerca di convincere la madre a comprarle la bici, ma la madre non le dà molto ascolto poiché è impegnata a convincere il marito a non prendere una seconda moglie. Wadyda sta quasi per lasciar perdere quando viene a sapere che nella sua scuola ci sarà un concorso per la lettura del Corano con un premio in denaro: spinta dalla maestra la ragazzina decide di partecipare.
Per la prima volta una donna gira un film interamente nell'Arabia Saudita. Là non vi sono, in realtà, cinematografi, ma il film di Haifaa Al Mansour meriterebbe davvero di poter essere visto: si tratta di un'opera, come si può immaginare, tutto dal punto di vista femminile e dove le parti affidate agli umini sono davvero ridotte al minimo, ma soprattutto è un'opera girata con estrema sobrietà e rigore, in bilico tra il dovere della legge coranica sulle donne (in Arabia Saudita è loro proibito, tra l'altro, anche andare in bicicletta perché ritenuto sconveniente) e la speranza di una rinascita. Tutto è affidato alla personalità vivace, vitale e fiduciosa di Madyda che, con tenacia, nonostante le delusioni, arriva a realizzare il suo sogno. Un film dunque pieno di speranza, nonostante la regista non nasconda le difficoltà che attraversano il suo Paese, e una speranza affidata alle nuove generazioni e il finale, che ricorda molto quello de "I 400 colpi" di Truffaut, nella corsa verso il mare, ne è un'aperta dichiarazione.