Ritratto di famiglia con tempesta
Ryota è uno scrittore molto affermato, ma che in attesa di scrivere un nuovo libro di successo, ha dilapidato i suoi guadagni.
Intanto, anche la moglie se ne è andata, portando con sé il figlio.
Per mantenerli Ryota fa l'investigatore privato, ma intanto dissipa i soldi nelle corse e alla lotteria.
In realtà Ryota vorrebbe riunire la propria famiglia e avere con sé il proprio figlio, che può vedere solo ogni quindici giorni, ma non sa come fare.
Ryota è uno scrittore molto affermato, ma che in attesa di scrivere un nuovo libro di successo, ha dilapidato i suoi guadagni.
Intanto, anche la moglie se ne è andata, portando con sé il figlio.
Per mantenerli Ryota fa l'investigatore privato, ma intanto dissipa i soldi nelle corse e alla lotteria.
In realtà Ryota vorrebbe riunire la propria famiglia e avere con sé il proprio figlio, che può vedere solo ogni quindici giorni, ma non sa come fare.
Quando un ciclone si abbatte su Tokyo ecco che tutti si rifugiano a casa della nonna, la madre di Ryota. Sarà l'occasione di ricomporre i legami? Certamente, al mattino quando tutto si sarà placato anche gli animi saranno diversi.
Kore-Eda è un regista giapponese che, a molti, non suggerirà un granché, eppure il suo nome è comparso tra i premiati nei grandi festival già da diversi anni. Già nel '95 aveva vinto l'Osella d'Oro al Festival di Venezia, un riconoscimento alla regia al quale ne sono seguiti molti altri. “Ritratto di famiglia” è stato presentato nel 2016 a Cannes ed esce ora a Genova al Club Amici del Cinema (in differenti orari fino a domenica 2 luglio). Si tratta di un film che pone, ancora una volta, il tema della famiglia e, in modo particolare, il rapporto tra padre e figlio.
Il film è basato sulla figura di Ryota, la cui goffaggine – se non addirittura immaturità – è controbilanciata dal suo desiderio di riscattarsi, di fronte a se stesso e alla sua famiglia, dal bisogno di rimettere in sesto la propria vita, ricomponendo gli affetti che per lui contano di più.
Tutto è condotto in modo intimo e delicato, quasi a suggerire i sentimenti e gli intenti che muovono i personaggi e, per certi aspetti, il film può ricordare la cinematografia di Ozu.
Tra i vari personaggi emergono la figura della nonna (interpretata dall'attrice Kirin Kiki), della quale conosciamo anche le riflessioni, dalla sua voce fuori campo, e il personaggio del figlio, che si adopera affinché i genitori tornino a vivere di nuovo insieme.
Insomma un bel film, senza volgarità e che pone dei temi importanti, senza urlarli.
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