Leone d'oro a Joker
Si è chiusa la mostra del cinema di Venezia
La 76 ° Mostra del Cinema di Venezia, di cui Alberto Barbera dal 2011 è il Direttore artistico, si è conclusa e sono stati proclamati i vincitori: il Leone d’oro è andato al film “Jocker” di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix. Jocker è uno dei personaggi che fanno parte della saga cinematografica di Batman, un film dalle tinte cupe e basato soprattutto sugli aspetti psicologici che hanno portato il personaggio di Arthur Fleck a trasformarsi nell’inquietante clown.
Il prestigioso Gran Premio della Giuria è andato al film di Roman Polanski “J’accuse”, sul famoso scandalo “Dreyfuss”, un’opera di grande rigore stilistico che racconta questo caso storico di inizio Novecento con una narrazione da “legal-thriller”; un film molto apprezzato nonostante le polemiche nate all’inizio della Mostra da parte della Presidente della Giuria Lucrecia Martel, nei confronti del regista Roman Polanski. Finalmente anche l’Italia ha avuto due riconoscimenti: il Premio Speciale della Giuria va infatti a Franco Maresco per “La mafia non è più quella di una volta”, sorta di documentario che si interroga sul senso della memoria nei confronti dei giudici Falcone e Borsellino, attraverso le immagini della fotografa Letizia Battaglia alla quale fa da contraltare il cantante melodico Ciccio Mira. La Coppa Volpi maschile va a Luca Marinelli per “Martin Eden” del regista Pietro Marcello, confermando così una sorta di rinascita dei romanzi di Jack London, dopo il grande successo nella scorsa stagione del film d’animazione “Zanna Bianca”.
La Coppa Volpi femminile va invece ad Ariane Ascaride per il film di Robert Guédiguan (di cui è anche la moglie) “Gloria Mundi”, un film in cui interpreta la parte di una madre e nonna nella Marsiglia di oggi.
Questi i premi principali, ma a lato ricordiamo il Premio Signis che va a “Babyteeth” della regista australiana Shannon Murphy, storia di una bambina e della sua famiglia di fronte alla malattia; mentre la Menzione Speciale, sempre da parte della giuria del Premio Signis, va all’opera italiana “Waiting for the Barbarians” di Ciro Guerra, per il messaggio di pace e la necessità del dialogo contro le guerre.
Non sono mancate le polemiche, ad esempio per la “Miglior regia” assegnata a Roy Andersson per “About Endlessness”, una serie di “tableaux vivants” condotta secondo una frase “io vedo un uomo che…”, un premio che in realtà ha scontentato molti addetti ai lavori, soprattutto nell’ambito giornalistico per la superficialità della narrazione e dei contenuti.
Molte discussioni sono nate anche per la presenza dei cosiddetti “influencer”, cioè coloro che dettano mode di vario genere attraverso il blog, dato che ben poco hanno a che vedere con l’arte del cinema; ciononostante il cartellone di molte sezioni è stato ricco e interessante confermando il Lido come una delle più prestigiose vetrine per il cinema internazionale.
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