La fine è il mio inizio
Regia di Jo Baier. Interpreti principali: Bruno Ganz (Tiziano Terzani), Elio Germano (Folco Terzani), Erica Pluhar (Angela).
Durata: 1 ora e 38 minuti.
Il giornalista Tiziano Terzani, consapevole di avere poco tempo ancora da vivere, chiama vicino a sé il figlio Folco affinché possa aiutarlo a scrivere i suoi pensieri.
Regia di Jo Baier. Interpreti principali: Bruno Ganz (Tiziano Terzani), Elio Germano (Folco Terzani), Erica Pluhar (Angela).
Durata: 1 ora e 38 minuti.
Il giornalista Tiziano Terzani, consapevole di avere poco tempo ancora da vivere, chiama vicino a sé il figlio Folco affinché possa aiutarlo a scrivere i suoi pensieri.
Il regista tedesco Jo Baier trae il film dall'omonimo best-seller scritto a quattro mani da Tiziano Terzani con il figlio Fosco. Girato nella vera abitazione dei Terzani, tra le colline pistoiesi, l'inizio è un po' faticoso e fin troppo didascalico, con la figura del vecchio giornalista quasi irritante poiché sembra voler vedere il figlio unicamente per parlare di sé. Il film acquista in finezza e in profondità, man mano che il regista si concentra sul rapporto tra padre e figlio e scava nell'animo. Tutto il film è incentrato sulla morte ormai imminente: si sa che Terzani ammalato di cancro passò un certo periodo a trovare una via di guarigione attraverso la meditazione tra le montagne tibetane; in ultimo si arrese alla malattia e tornò in Italia dove passò il resto dei suoi giorni a scrivere. Il libro "La fine è il mio inizio" è una sorta di testamento spirituale, uscito postumo.
Nel film si intuisce la forte personalità di un padre col quale, per il figlio, doveva essere molto difficile rapportarsi e, al cui confronto, trovare una propria dimensione. Quest'aspetto emerge perfettamente dalla bravura dei due interpreti Bruno Ganz ed Elio Germano, rispettivamente nella parte di padre e figlio. Se non tutto può essere condivisibile nel racconto o nel pensiero dei personaggi rappresentati, sta di fatto che il film ha il merito di voler rappresentare la vecchiaia, il decadimento fisico (il figlio si occupa delle necessità fisiche del padre con affetto e rispetto) e, infine, la morte: tutti temi fin troppo spesso negati ed estromessi nella nostra società multimediatica se non per spettacolarizzazione. Più di tutto valgono nel film i momenti di silenzio e di comunione con la natura.
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