L'arbitro

Regia di Paolo Zucca
Durata: 90 minuti

Cruciani, detto "il principe" sta per arbitrare la partita più importante della sua carriera, quella che potrebbe aprirgli le porte del calcio internazionale e conferirgli il premio "Fischietto d'oro"; intanto, in una località sperduta della Sardegna la squadra dell'Atletico Parabile, ultima in classifica del girone più infimo del calcio, cerca un riscatto col Montecrastu per liberarsi così anche dal giogo del proprietario terriero Brai, che fa il bello e il cattivo tempo tra la gente. A risollevare le sorti del Parabile, giunge provvidenzialmente Matzutzi, figli di emigranti, mago del pallone e che si innamora della figlia dell'allenatore del Parabile, Miranda.

Paolo Zucca ha partecipato all'ultima Mostra del cinema a Venezia, nella sezione "Giornate degli autori", con questo film che altro non è che lo sviluppo di un cortometraggio che, nel 2009 aveva vinto il David di Donatello. Nei titoli di testa compare una frase di Albert Camus "Tutto quello che so sulla vita l'ho imparato dal calcio", intendendo il gioco del pallone come metafora di una vita vissuta con il rispetto delle regole o meno, con senso di responsabilità o furbizia disonesta. Basta questo a dare il senso dell'opera di Paolo Zucca, il quale utilizza più registri: echi di film western alla Sergio Leone, con il fazendero prepotente ed entra nei bar con il cavallo e al quale si oppone "lo straniero", in questo caso l'emigrante di ritorno; il musical fa la sua comparsa in vari momenti come un guizzo di vita e di originalità nella storia altrimenti drammatica, così come è drammatica la vicenda dell'arbitro Cruciani che rimane incastrato in una vicenda ben più grande di lui. Il film, con un cast di grande livello, presenta molti aspetti originali, con tocchi di umorismo un po' surreali, anche se alcune trame "sotterranee" rallentano la storia narrata e risultano del tutto irrisolte. In definitiva il calcio come metafora della società, in cui si mescolano riscatto sociale o potere, onestà o corruzione, bellezza o violenza. Originale, sebbene alcune immagini, specie sul finale, richiedano un pubblico preparato.