Cinema e mondo della scuola, tanti i titoli da vedere e approfondire
Scuola ed educazione al centro di tante pellicole cinematografiche di grande successo
In questi mesi la scuola è diventato uno dei temi più dibattuti, poiché la pandemia ha imposto un modo del tutto nuovo di viverla, fatto soprattutto di video lezioni, con tutto ciò che ne consegue. Ciò che emerge sempre e nuovamente, oltre al problema dell'apprendimento, è il rapporto tra i ragazzi e gli insegnanti.
In fin dei conti sui banchi sono passate intere generazioni in un tempo che coinvolge l'infanzia e l'adolescenza, un tema questo che non poteva che interessare il cinema e la televisione. Da sempre registi del cinema e della fiction hanno trattato questo periodo della vita che lascia dietro di sé ricordi belli e brutti legati ai compagni, alle prove da sostenere, ai maestri o ai professori.
Qui daremo solo alcuni esempi sull'argomento, poiché dovremmo fare già una cernita di pellicole in base a film incentrati sulla figura del maestro, sulla rappresentazione della classe come dramma sociale, sulle dinamiche tra i ragazzi e certamente sono molti i "prodotti" che offrono solo visioni stereotipate di ciò che avviene tra le mura della scuola.
Tra i primi film ne citiamo uno di Jean Vigo: "Zéro de conduite" del 1933, ambientato in un collegio dove vige una disciplina dispotica a causa della quale alcuni ragazzi daranno vita d una rivoluzione. Il film, dati i tempi, venne censurato e solo nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, venne proiettato in pubblico.
Sempre tra le mura del collegio possiamo citare l'opera autobiografica del regista Luis Malle "Arrivederci ragazzi". Nel 1987 il regista decide di raccontare un episodio che lo segnerà per sempre: durante l'occupazione nazista in Francia, come molti ragazzi (e con lui il fratello maggiore) viene mandato in un collegio di sacerdoti dove trovano rifugio, sotto falso nome, anche ragazzi ebrei. Nell'opera si assiste alla vita quotidiana dei ragazzi tra le lezioni, le gite, le visite dei genitori, rivalità tra studenti e momenti drammatici e soprattutto di amore per gli altri (un aspetto svelato solo alla fine del film).
Sempre nel collegio è ambientato "L'attimo fuggente" del 1989, di Peter Weir; un'opera abbastanza caratteristica del regista australiano portato per i microcosmi (da "Picnic ad Hanging Rock" a "Truman show") dove le azioni e le emozioni dei protagonisti condurranno ad un risvolto assolutamente drammatico.
Tra i film che hanno come protagonisti i ragazzi nella scuola ricordiamo anche "I 400 colpi" di François Truffaut, del 1959, dalle forti componenti autobiografiche. A volte è soprattutto la figura del maestro che emerge, spesso grandi sacerdoti ed educatori e su tutti ricordiamo "Don Milani" del 1976 di Ivan Angeli e alla televisione "Don Milani: il priore di Barbiana" del 1997 con la regia dei fratelli Andrea e Antonio Frazzi, con Sergio Castellitto nei panni di Don Milani.
Ricordiamo anche "Don Bosco" già del 1932 di Rufilo Uguccioni, poi nel 1935 di Goffredo Alessandrini, fino alla fiction del 2004 di Lodovico Gasparini. Anche Don Filippo Neri è stato protagonista di alcuni film, per esempio "State buoni se potete" nel 1983 di Luigi Magni. Non mancano opere che ritraggono la classe come uno specchio in cui si riflettono i disagi della società come "Io speriamo che me la cavo" diretto da Lina Wertumuller nel 1992 e tratto dal libro del maestro Marcello d'Orta e in cui si narra di un maestro impegnato a togliere dalla strada alcuni bambini delle elementari; più recente e ambientato in Francia "La classe" del 2008 di Laurent Cantet, in cui emergono tutte le difficoltà e le contraddizioni della società in cui viviamo.
La filmografia conterrebbe ancora molte altre opere su questo argomento e di grandi registi, ma concludiamo con "Essere e avere" del 2002 di Nicolas Philibert. Il regista ha filmato nell'arco di un anno una pluriclasse di un paesino rurale dell'Auvergne, in Francia. Dal materiale di una sessantina di ore, ha tratto un bellissimo docu-film in cui emergono i pensieri, le emozioni, le paure e le gioie di alcuni bambini – dai 4 ai 12 anni -. Per certi aspetti potrebbe ricordare la scuola di Barbiana, sebbene non emerga il lato religioso (si sa che in Francia l'ora di religione è ancora oggetto di dibattito sebbene la si stia introducendo). Non è una specie di Grande Fratello, bensì un luogo in cui emerge tutto ciò che contribuisce a crescere: la fiducia, il rispetto, il duro lavoro nei campi dei genitori, tanto il gioco quanto gli esercizi scolastici.
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