Big eyes

Regia di Tim Burton Interpreti principali: Amy Adams (Margareth Keane), Christoph Waltz (Walter Keane), Danny Huston (Dick Nolan), Krysten Ritter (Dee Ann). Durata: 101 minuti.

Siamo in California, alla metà degli anni Cinquanta. Margareth Keane, dopo aver lasciato il suo primo marito, sbarca il lunario per sé e per la sua bambina, dipingendo volti con gli occhi grandi.
Un giorno conosce un pittore, Christoph, il quale sostiene di aver vissuto a Parigi e ne dipinge gli scorci. Christoph e Margareth si sposano, lei inizia a vendere i suoi quadri con un successo sempre più grande, ma Christoph fa credere a tutti di essere lui il pittore.
A venti anni dal film “Ed Wood”, Tim Burton lascia il mondo del disegno animato e torna al genere biografico raccontando la vera storia di Margareth Keane (che oggi ha 86 anni), una pittrice della quale il regista si dichiara grande ammiratore.
Per certi aspetti “Big Eyes” assomiglia a “Edward mani di forbice”: l’ambientazione negli anni Cinquanta, i colori pastello e le immagini iperrealiste. Ciò che viene narrato è in sostanza, il periodo degli anni ’50 e ’60, quando nasce il consumo dell’arte attraverso i duplicati, i gadget o quando l’arte si mescola con il mondo del cinema.
Soprattutto, il film si lega al senso della verità e della giustizia.
Infatti, mentre Margareth, all’inizio si compiace di poter vivere sempre più nell’agiatezza, a poco a poco diventa prigioniera dell’inganno e, come nella fiabe raccontate dal regista, la troviamo chiusa a dipingere in una stanza ed è la sua stessa bambina a porla di fronte al bisogno di verità. “Big Eyes” è un’opera coinvolgente e giocato su più registri: dal periodo storico, in cui la donna scopre una propria autonomia economica, al concetto di identità, al senso della giustizia.