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Al cinema - Palazzo di Giustizia

Regia di Chiara Bellosi

Interpreti principali: Daphne Scoccia, Bianca Leonardi, Sarah Short, Nicola Rignanese, Giovanni Anzaldo, Andrea Lattanzi. Durata: 84 minuti.

Siamo in una grande città italiana, nell'aula di tribunale di un palazzo di giustizia: da una parte c'è un benzinaio, padre di un'adolescente, che ha sparato e ucciso uno dei due rapinatori; dall'altra parte sta il secondo rapinatore e, a seguire il processo, Angelina, la sua giovane compagna. Fuori dall'aula restano Domenica, la figlia del benzinaio e Luce, la bambina figlia del rapinatore e di Angelina.
All'inizio del film lo spettatore si aspetta di assistere a un problema morale ed etico: stare dalla parte del benzinaio che si è difeso o dalla parte di chi lo vorrebbe condannare per eccesso di legittima difesa. In realtà il film si concentra soprattutto sui personaggi che stanno al di fuori dell'aula dove si svolge il processo. Dunque "Palazzo di giustizia" non si inserisce né nel classico filone dell'aula di tribunale (alla Perry Mason, per intenderci), né sul dibattito politico che la vicenda potrebbe innescare; la regista si concentra invece su chi attende una sentenza: Angelina e, soprattutto, Domenica e Luce. Coloro che, innocenti subiranno in ogni caso la sentenza qualunque essa sia e ne avranno la vita sconvolta. La narrazione si sposta dunque soprattutto sulle due ragazzine che, sedute una di fronte all'altra, aspettano fuori dall'aula: Domenica parlando pochissimo, Luce cercando di afferrare un uccellino che le tenga compagnia. Il film ha il pregio di mettere così l'accento su chi non compare mai come soggetto in casi di cronaca drammatici come questo: i bambini.
La regista Chiara Bellosi ha seguito come documentarista ciò che avviene nei tribunali e proprio all'inizio del film assistiamo all'inizio di una giornata tipica: l'andirivieni di avvocati, le chiacchiere al caffè, coloro che vi lavorano come tecnici.

"Palazzo di giustizia" è un film carico di significato, forse non tutto ben risolto, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi adulti (d'altronde è l'esordio alla regia di Chiara Bellosi), ma è capace di suscitare domande su un concetto di giustizia o ingiustizia, ben più ampio; sulle conseguenze devastanti che hanno certe azioni. Per la scenografia è stato ricostruito il tribunale di Milano in un vecchio ospizio per i poveri di Torino.

Fonte: Il Cittadino
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