Al cinema - Illusioni perdute
Regia di Xavier Giannoli
Interpreti principali: Benjamin Voisin, Cécile De France. Francia. Durata 144 minuti.
Francia metà dell'Ottocento: Lucian Chardon è un giovane che vive in una cittadina di campagna; dotato di un certo talento poetico e dedica le sue poesie a Madame de Bargeton, una donna sposata.
Quando la loro relazione inizia a creare scandalo, il giovane si trasferisce a Parigi dove spera di diventare un celebre scrittore ed entrare a far parte dell'aristocrazia; nella capitale, il giovane viene assunto da un corrotto direttore di un giornale. Lucian imparerà molto presto le astuzie di una informazione volta a diffondere notizie sempre più velenose e tese a creare scandalo.
I romanzi di Honoré de Balzac non finiscono di ispirare la cinematografia: già nel 1921 Rex Ingram portò sul grande schermo "La commedia umana" rifacendosi al racconto "Eugenia Grandet" e da allora sono innumerevoli le trasposizioni dai libri dello scrittore francese.
Ricordiamo ancora il bellissimo "La Duchessa di Langeais" per la regia di Jacques Rivette con Gerard Depardieu del 2007.
"Illusioni perdute" è stato presentato all'ultimo Festival di Venezia, suscitando grande consenso di pubblico e di critica.
Il regista Xavier Giannoli si rivela molto bravo nel cogliere l'attualità del racconto di Balzac, mettendo in scena la dicotomia tra l'aspirazione artistica e una celebrità fatta di grandi compromessi più che nata da sincera ammirazione; mette a confronto il mondo della provincia con quello della grande città; soprattutto, fa emergere un uso della stampa onesto contrapposto ad un'editoria e un'informazione volte soprattutto a spargere veleno, pronte a stritolare tutto e tutti in nome del profitto.
Così il protagonista pur votato ad un concetto nobile della poesia e della scrittura si troverà a fare i conti con una realtà ben diversa diventandone un ingranaggio lui stesso.
Con una sceneggiatura efficace e una scenografia raffinata il regista porta sullo schermo un ottimo film dai precisi risvolti etici in cui, ancora una volta, emerge l'attualità dell'opera di Balzac a riprova che le "fake news" non sono soltanto del nostro tempo.
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