Al cinema - Alice e il Sindaco

Interpreti principali: Fabrice Luchini, Anais Demoustier.

Durata 103 minuti.

Paul Theraneau è sindaco di Lione da trent'anni e non ha più idee, ingaggia allora una giovane intellettuale, Alice Heimann, ritornata in Francia dopo aver lavorato a Oxford, affinchè lo aiuti ad uscire da questa impesse.

Pariser, giunto alla sua seconda fatica cinematografica, racconta uno spaccato della politica di oggi, almeno così come è percepita dalla gente. La storia è quella di un sindaco socialista, che ammette di non saper più pensare, anzi che non "pensa più da vent'anni"! Lo racconta con grande sincerità ad una giovane donna, alla quale viene affidato il compito di fornire idee. Lo spettatore che ama e segue da sempre il cinema francese, non tarderà a riconoscere nell'opera di Pariser la lezione di un grande cineasta d'Oltralpe: Eric Rohmer. E ccome nei film di Rohmer, anche "Alice e il sindaco" è un film basato sui dialoghi e sulla dialettica tipica di una certa classe intellettuale francese. In realtà i dialoghi non sono molti, per Pariser ben più eloquenti sono invece i volti e le espressioni dei vari personaggi, che fanno capire allo spettatore le dinamiche interne, di potere principalmente, che si attuano all'interno dell'entourage di Theraneau, mentre Alice si muove tra il senso di smarrimento e di stupore di fronte al fatto che il consiglio comunale sembra "navigare a vista", con sempre maggior distacco dagli ideali che muoveva il sindaco stesso molti anni prima. "Alice e il sindaco" è un film che mette in campo alcuni temi importanti: pone interrogativi sugli ideali politici, sulle nuove emergenze (un gruppo di volontari cerca di porre il problema dei luoghi di accoglienza) e, non ultimi, la posizione di molti giovani di fronte al futuro.

Bravissimi i due interpreti principali, con Fabrice Luchini che conferma una volta di più di essere davvero uno dei più bravi attori francesi. Insomma, un film non facilissimo per chi ama le narrazioni più dinamiche, ma decisamente interessante.