Scuola: al via la sperimentazione per le superiori in quattro anni
Reso noto l'elenco delle 100 scuole che potranno iniziare con la sperimentazione
L’argomento si impone. Per la tempistica: il ministero ha appena pubblicato l’elenco delle 100 scuole che potranno articolare in 4 anni il percorso normalmente quinquennale della secondaria di secondo grado. Per l’importanza in sé del tema: rivedere il curricolo scolastico di questo di tratta non è questione di dettaglio né occasionale. Anzi, pur rimanendo per ora una questione limitata a 100 istituti, può prospettare cambiamenti significativi in tutto il mondo della scuola.
Le 100 scuole ammesse con il decreto pubblicato il 28 dicembre secondo quanto previsto dall’Avviso emanato in ottobre dal Miur e aperto a indirizzi liceali e tecnici sono in prevalenza al Nord (44; al Centro sono 23 e 33 al Sud). Si tratta di 75 indirizzi liceali e 25 indirizzi tecnici. Sono 73 gli istituti statali, 27 quelli paritari. Ogni scuola potrà attivare una sola classe sperimentale. Resta una porta mezza aperta anche per altri istituti che hanno fatto richiesta di partecipare alla sperimentazione. Infatti fanno sapere dal Miur a seguito del bando di ottobre, sono pervenute poco meno di 200 richieste di sperimentazione: 87 dal Nord, 45 dal Centro, 65 dal Sud. In particolare, 128 richieste sono arrivate da scuole statali, 69 da scuole paritarie; 147 da indirizzi liceali, 50 da indirizzi tecnici. Alle 100 scuole ammesse da subito segue dunque una coda di 92 istituti, le cui sperimentazioni hanno comunque una forte rispondenza” ai criteri e ai requisiti previsti. Proprio per questo, vista anche l’alta qualità della progettazione e anche per consentire una ancor maggiore diffusione territoriale e varietà di indirizzi coinvolti, il Ministero chiederà al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione il parere su un decreto di ampliamento del numero delle sperimentazioni. Ampliamento che dovrà avvenire, comunque, nel mese di gennaio, consentendo così la partenza di tutte le sperimentazioni nell’anno scolastico 2018/2019.
Insomma, la scuola italiana ci crede. E gli istituti si sono messi in gioco per avviare un’innovazione che ha radici lontane e che potrebbe rispondere a bisogni importanti del sistema scolastico e degli studenti. Lo ha spiegato la stessa Ministra Fedeli, ricordando che i percorsi quadriennali “sono il frutto di un dibattito che va avanti da tempo e di una riforma scritta nel 2000 quando era Ministro Luigi Berlinguer. Una riforma mai attuata ma rimasta a lavorare sotto traccia, tant’è ha continuato Fedeli che nel 2013 “una commissione istituita dal Ministro Francesco Profumo ha ripreso il tema dei percorsi quadriennali. Successivamente la Ministra Maria Chiara Carrozza ha dato il via libera alle prime sperimentazioni. Con il bando emanato a ottobre abbiamo deciso di imprimere una svolta. Di consentire una sperimentazione su grandi numeri, con una maggiore diffusione territoriale, nell’ottica di dare pari opportunità alle ragazze e ai ragazzi di tutto il Paese, e una maggiore varietà di indirizzi di studio coinvolti. Tutto questo per fare in modo che, alla fine del quadriennio, si abbiano esperienze misurabili e valutabili davvero, secondo parametri condivisi e lavorando attraverso comitati scientifici nazionali e territoriali. Si avranno dossier approfonditi su cui poi tutti gli attori coinvolti potranno aprire il dibattito sul destino dei percorsi quadriennali”.
E allora via libera ai 100 o 200 istituti. Sarà un’opportunità in più da valutare al momento delle iscrizioni che partono dal 16 gennaio prossimo.
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