Lesbo: incendio nel campo che ospita 12.000 profughi

Un incendio è divampato nel campo di Moria sull'isola greca di Lesbo, dove sono accampati oltre 12.000 profughi, per la maggior parte di provenienza afghana. Migliaia le persone in fuga; il campo è occupato per quattro volte la sua capienza.

L’Ue si è detta pronta a finanziare il trasferimento immediato e l’accoglienza di 400 minori non accompagnati.

Fra i profughi, nei giorni scorsi è stato anche riscontrato ilprimo caso di positività al Covid-19. L’Unhcr, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha attivato il suo personale sul posto. Le fiamme hanno distrutto anche il deposito di medicine.

Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha espresso la necessità di mobilitarsi in maniera solidale di fronte a questa emergenza umanitaria.

Dalla Comunità di Sant'Egidio arriva un appello a tutti i paesi UE perché “accolgano con urgenza i profughi che con l’incendio del campo di Moria hanno perso tutto”. Si tratta di richiedenti asilo che da mesi, alcuni da anni, vivono in condizioni di estrema precarietà, dopo aver fatto lunghi e rischiosissimi viaggi per fuggire da guerre o situazioni insostenibili, in gran parte provenienti dall’Afghanistan.

Il Card. Jean Claude Hollerich, presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea, ha affermato: "Moria rappresenta già da tempo un problema che l'Europa doveva già aver risolto, ma non è stato fatto nulla. Moria è stata da subito una sfida che ha coinvolto la Chiesa. Dopo il Papa io stesso ho visitato quel campo e ho visto di persona le immense difficoltà in cui vivevano migliaia di persone. Poi la Comunità di Sant'Egidio, con i corridoi umanitari, ha fatto molto per alleviare la situazione dei profughi, ma molto di più deve essere fatto, soprattutto dall'Unione Europea".