San Martino da cent'anni luogo di cura, ricerca e formazione
Intervista al Direttore Generale in occasione del centenario dell'Ospedale San Martino
In occasione dell’evento conclusivo delle celebrazioni dei 100 anni dell’Ospedale Policlinico San Martino, abbiamo intervistato il Direttore Generale, dott. Marco Damonte Prioli, con il quale abbiamo affrontato vari argomenti a partire dal senso della cura fino alle evoluzioni previste per l’Ospedale genovese.
Nel festeggiare questi primi 100 anni dell’Ospedale San Martino, oggi qual è l'anima che permette di prendersi cura dei pazienti e di tutte le persone che ci lavorano all’interno?
L'anima è quella dei circa 5000 professionisti, delle donne e degli uomini che lavorano all'interno di San Martino e che quotidianamente si occupano di assistere i nostri cittadini e di fare ricerca su quello che sarà il futuro della medicina. Coniugare l'assistenza sanitaria, quindi la garanzia di salute, con la possibilità di studiare nuovi farmaci, nuove tecnologie, nuove frontiere per riuscire a curare i nostri cittadini. Questa è l'anima del San Martino, due filoni che parallelamente ci portano e ci porteranno sempre di più a disegnare la medicina personalizzata, una medicina più tagliata sul singolo individuo e che quindi abbia un grado sia terapeutico, cioè quando la malattia è già in corso, ma io credo anche preventivo, quindi il fatto di poter bloccare il possibile sviluppo della malattia prima che questa nasca.
A proposito di cura e ricerca non possiamo non citare l’Università di Genova aggiungendo così l’ambito della formazione. Quanto è importante questo legame e come affiancare questo percorso di ricerca alla crescita di nuove generazioni di medici?
È assolutamente fondamentale: per formare un medico ci vogliono 6 anni di corso di laurea e poi almeno 4/5 anni di specialità a seconda delle tipologie, quindi è importantissima la sinergia che c'è con l'Università di Genova. Il Policlinico è sede della Scuola di Medicina dell'Università di Genova e col rettore, col preside, col delegato del preside e con tutti gli organi universitari è nata veramente una bellissima sinergia. Bellissima sinergia che deve portare a offrire ai nostri giovani studenti tutta la didattica necessaria compresa quella pratica che porta a effettuare sul campo le operazioni, le attività che un medico e un professionista sanitario devono poter fare. Non dimentichiamo tutto l'ambito delle professioni sanitarie che sono tantissime e insieme ai medici sono fondamentali nel portare avanti il processo di cura dei pazienti.
Quale futuro attende il San Martino per i prossimi cent'anni? Quali sono le evoluzioni previste perché possa rispondere alle sempre nuove esigenze cittadine e dei pazienti?
In questo ultimo anno abbiamo definito un quadro di investimenti generali all'interno dell’ospedale di circa 140 milioni di euro. Questo quadro prevede alcuni edifici principali che sono il nuovo Pronto Soccorso che verrà posizionato in uno scavo effettuato sotto il Monoblocco: sarà così direttamente collegato con questo e con tutta la parte rianimatoria, diagnostica e chirurgica.
Questo progetto rappresenta la vera sfida dei prossimi 5 anni del San Martino, perché cambierà il volto all’accesso dell’ospedale. Ad oggi prevediamo l’avvio dei cantieri tra l’estate e l’autunno di quest’anno a conclusione di un iter progettuale e di verifiche che comprendono anche i progetti per il futuro assetto logistico con la metropolitana che avrà un accesso adiacente al nuovo Pronto Soccorso.
L'intervista integrale sul numero 10 del settimanale in uscita il 13 marzo 2023
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