Nuovo Ospedale Galliera: perchè è giusto realizzarlo
Dopo l’ultima decisione del TAR, un altro stop alla gara di appalto
Nelle scorse settimane il TAR della Regione Liguria ha accolto il ricorso di alcuni cittadini di Carignano in merito all’iter amministrativo adottato dal Comune di Genova nell’ambito del progetto Galliera.
La decisione del TAR invalida, di conseguenza, una serie di atti successivi e figli del provvedimento contestato, ragion per cui l’Ospedale Galliera ha sospeso la procedura di gara per la selezione della ditta appaltatrice a cui sarà affidata la realizzazione del Nuovo Ospedale dei Genovesi.
Si tratta di un nuovo colpo messo a segno da parte di alcuni abitanti di Carignano e da parte dell’associazione Italia Nostra verso il quale l’Ospedale probabilmente reagirà con un ricorso al Consiglio di Stato e con la modifica del piano finanziario escludendo la vendita di alcune sue proprietà che erano l’oggetto dell’iter amministrativo contestato.
Questa nuova vicenda ci induce ad una serie di riflessioni.
Il nostro è uno stato di diritto che è riconosciuto da tutti come una conquista irrinunciabile, tuttavia, osserviamo che basta un limitato numero di persone supportate da un buon legale per bloccare attraverso cavilli e ricorsi un’opera importante ed essenziale per la collettività.
Se poi i ricorsi risultassero infondati il progetto avanzerebbe a singhiozzo e con gran fatica a danno della cittadinanza. Nel nostro caso, il gruppo attivo per contrastare la realizzazione del Nuovo Ospedale dei Genovesi sembra animato da diversi interessi che variano dall’evitare i disagi al quartiere durante i lavori di realizzazione, l’ipotetica svalutazione del valore delle case nei pressi dell’ospedale o, nel caso di Italia Nostra, sembra essere il tentativo di evitare nuove costruzioni imponenti.
Con un principio di fondo: no a nuovo cemento. I contrari al nuovo ospedale indicano come possibile soluzione la ristrutturazione dei padiglioni esistenti!
Una costruzione impostata a metà del 1800 con i criteri assolutamente superati. Per la verità, nel caso del Galliera, sarebbe teoricamente possibile una ristrutturazione interna con la realizzazione di nuovi locali ed i relativi servizi e sottoservizi ma sono proprio i tempi enormi per la ristrutturazione e la geometria dell’edificio esistente così lontano e diverso dal modo di concepire un ospedale degli anni 2000 ad impedirne ogni ipotesi.
Ne è una dimostrazione la differenza della struttura attuale con l’impostazione del progetto per il Nuovo Ospedale, o con gli ospedali recentemente realizzati.
Ristrutturare l’esistente è un po’ come prendere una vecchia fiat 1100, metterci il servosterzo, un po’ di elettronica nel motore, una marmitta catalitica e pretendere che sia diventata un’auto all’avanguardia con emissioni Euro 6. Non funziona.
La pandemia non ancora terminata ha messo in luce l’importanza del sistema sanitario di cui gli ospedali sono un elemento ma di grande importanza.
Se si riuscisse a bloccare la realizzazione di un Nuovo Ospedale dei Genovesi dopo un percorso autorizzativo ed amministrativo durato anni, sarebbe una sconfitta per la città perché si butterebbe alle ortiche la possibilità di far lavorare al meglio medici ed infermieri di grande professionalità che oggi costituiscono un sistema organizzativo collaudato ed apprezzato.
Senza la previsione del nuovo ospedale non sarebbero più giustificate le infinite difficoltà logistiche e di adeguamento normativo che, col passare degli anni, saranno sempre meno sostenibili fino alla chiusura dell’attuale struttura.
Va aggiunto un pensiero di carattere economico: il progetto era nato per realizzare un ospedale dal costo di circa 150 milioni di euro in cui originariamente le risorse finanziarie erano costituite più o meno per un terzo da un finanziamento statale, per un altro terzo dai proventi della vendita di alcune proprietà dell’ente dismesse dalla funzione ospedaliera e per il restante terzo da un finanziamento bancario.
La rata del finanziamento sarebbe ripagata con le efficienze energetiche, logistiche e organizzative che si generebbero nel nuovo ospedale con gli stessi servizi di oggi.
Attualmente le favorevoli condizioni finanziarie ed il deprezzamento del valore immobiliare consentono di usare sempre il fondo statale, un mutuo con importo maggiore ed un fondo derivato da eredità ricevute di recente, senza vendere le proprietà che continueranno ad essere usate per scopi sanitari.
Se si volesse realizzare un ospedale equivalente in un’altra parte della città con un costo analogo e con capacità di servizio equivalenti, il sistema sanitario dovrebbe appoggiarsi per intero sulla finanza pubblica. Quindi le risorse necessarie sarebbero tre volte quella richiesta per la realizzazione del nuovo Ospedale dei Genovesi a Carignano.
In ultimo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, avviato dall’attuale Governo, prevede ingenti finanziamenti proprio per le strutture sanitarie.
Tali finanziamenti non sono previsti per il Nuovo Ospedale, come indicato sopra, ma potrebbero essere usati per una nuova struttura ospedaliera nel ponente genovese visto l’innegabile necessità.
Allora perché non lavorare coesi per costruire un sistema e non per distruggere qualcosa che a breve potrebbe dare i suoi benefici?
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