Genova e Liguria
stampa

Lavoro in Liguria, ancora poche opportunità

Osservatorio su lavoro ed economia in Liguria - In collaborazione con ARMO  

Lavoro in Liguria, ancora poche opportunità

A partire da questa settimana, mensilmente, Il Cittadino dà spazio ad una rubrica di approfondimento in collaborazione con ARMO per illustrare ai lettori alcuni temi legati al mondo del lavoro e dell’impresa. Iniziamo con il focus sulla situazione occupazionale in Liguria e nelle Province.

Il quadro occupazionale del Paese a novembre 2023 ce lo fornisce l’Istat: gli occupati sono 23,743 milioni (+2,2% su novembre 2022), i disoccupati 1,909 milioni (-3,6%), gli inattivi 12,265 milioni (-3,6%); il tasso di occupazione al 61,8% (+1,3%) di cui maschi il 70,8% e femmine il 52,9%; una crescita significativa anche se permangono importanti distanze con i maggiori paesi europei, in particolare per quanto attiene l’occupazione femminile.
Nel semestre le assunzioni a tempo indeterminato (TI) sono state 729mila (il 17%) mentre 3,5 milioni sono quelle a termine (l’83%), una costante del nostro paese, pur in presenza di significative differenze tra aree territoriali, tra settori produttivi (turismo, costruzioni, ristorazione hanno percentuali di assunzioni a tempo ancora più elevate); nel Nord Ovest 237,5mila sono a TI (il 32,6% del tot assunti TI a livello paese).
Quali differenze tra le regioni del Nord sui tempi indeterminati? Il Piemonte ha assunto il 19%; la Lombardia il 22,5%; il Veneto il 17,5%; il Friuli VG 14%; l’Emilia-Romagna il 14,3%; la Liguria l’11,9% (circa 14mila unità).

E per quanto riguarda i giovani a tempo indeterminato (fino a 29 anni)?

La Lombardia ha assunto il 25%; le altre regioni si posizionano sul 21% mentre la Liguria i giovani sono il 19% (tra i più bassi); nelle città metropolitane del Nord Ovest le cose vanno meglio perché più attrattive per offerta e servizi: Torino il 56% del totale assunti in Piemonte; Genova il 59%; Milano il 50%; diversa la situazione invece per Trieste, Venezia, Bologna che si stabilizzano sul il 18-26% in quanto il loro territorio ha una struttura produttiva molto diffusa e dinamica (quindi più centri di attrazione e multipolari).
Da ricordare inoltre che Liguria e Friuli VG sono tra le prime regioni per calo demografico ma anche per orientamento ad assumere percentuali più elevate di personale con età superiore a 50 anni e quindi con esperienza e professionalità; infatti gli adulti assunti a TI (oltre i 50 anni): Piemonte il 23%; Liguria: il 26% (tra le più alte in assoluto); Lombardia il 20%; Veneto il 23%; Friuli VG il 25%; Emilia Romagna il 22 %; e cosi pure nelle città metropolitane: Torino 24%; Genova 25%; Milano 17%; Trieste 24%; Venezia 25%; Bologna 19 %.
Questa situazione la si ritrova anche nelle province liguri che evidenziano un mercato del lavoro ingessato e con poche opportunità: Imperia 18% giovani, 56% adulti e 26% con oltre 50anni; La Spezia 22% giovani (la migliore della Liguria), 52% adulti e 25% con oltre 50anni; Savona 18% giovani, 53% adulti e 29% con oltre 50anni.
Quali imprese assumono a TI?
Anche in questo caso le differenze sono significative: in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli VG e Emilia R. mediamente il 35-39% dei tempi indeterminati sono assunti in aziende fino a 15 addetti e ma le medio-grandi imprese (oltre i 100 add) con il 35-37% svolgono un ruolo determinante ; in Liguria invece il 51% viene assunto in imprese fino a 15 add (Genova il 47%; Imperia il 68%; Savona il 53%; La Spezia il 50%) e il 24% in imprese con oltre 100add,(in particolare il 27% a Genova e il 25% a Savona). Un aspetto del mercato del lavoro di cui si parla poco riguarda le “cessazioni da tempo indeterminato” che attengono a diverse causali: dimissioni volontarie, licenziamenti pensionamenti, invalidità, decessi.
In Liguria nel semestre le cessazioni da TI per tutte le causali hanno riguardato circa 19mila unità di cui oltre 4mila per licenziamenti (il 24%), 13.700 (72%) per dimissioni volontarie e circa 1000 (4%) per altri motivi.
Da rilevare un livello particolarmente elevato di licenziamenti (per motivi economici e disciplinari) ad Imperia (il 27% sul tot. cessazioni) e a Savona (il 25%); mentre a Genova il 23% e a La Spezia il 19%; diversa appare la situazione delle dimissioni volontarie/ cessazioni con il 76% a La Spezia e il 73% a Genova mentre percentuali più basse a Imperia e Savona.

La Liguria nel complesso che offre poche occasioni di opportunità lavorative, evidenzia un mercato del lavoro più ingessato, poco dinamico ma anche più fragile per la qualità del sistema produttivo mentre il Nord evidenzia un distacco medio di + 4-5 punti sulle dimissioni volontarie e qualche punto in meno sui licenziamenti.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Scarica l'infografica allegata 

Giovanni Facco

Fonte: Il Cittadino

Media

Lavoro in Liguria, ancora poche opportunità
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento