Catechesi nell'arte - Iconografia della SS. Trinità
Rappresentata in maniera celebre da Raffaello e Masaccio
La domenica successiva alla Pentecoste la Chiesa celebra la solennità della Santissima Trinità. Questa ricorrenza liturgica dedicata al mistero del Dio presente nelle tre persone del Padre, Figlio e Spirito Santo fu istituita nella prima metà del Trecento da Papa Giovanni XXII. Fin dai primi secoli del cristianesimo gli artisti hanno dato forma all'invisibile avvicinando il credente al dogma, presente nel Simbolo Apostolico a partire dal IV secolo.
La sfida di rendere visibile l’invisibile è compito primario dell’arte sacra. Ancor più quando il pittore o lo scultore sono chiamati a rappresentare dogmi fondamentali per la fede come quello della Trinità.
Le raffigurazioni più antiche risalgono ai primi secoli del cristianesimo. Nelle catacombe romane di via Latina risalente al IV secolo, abbiamo una delle prime raffigurazioni della Trinità. Sono i tre angeli, o viandanti, cha appaiono ad Abramo. I Padri della Chiesa infatti vedevano in loro una prefigurazione della Trinità. Questa tradizione si tramanderà nei secoli.
Successivamente il soggetto ritorna nella Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore a Roma o a Ravenna nel VI secolo all’interno della Basilica di San Vitale. Lungo la storia dell’arte l’immagine della Trinità è incarnata dal Padre anziano, dal Figlio più giovane e dalla colomba dello Spirito Santo. Tre figure che compaiono generalmente nelle rappresentazioni del Battesimo di Cristo, della Trasfigurazione o dell’Incoronazione di Maria.
L’iconografia tradizionale è quella presente nell’affresco con “La Disputa del SS. Sacramento”, dipinto da Raffaello nel 1509 nelle Stanze Vaticane.
Attorniato dai santi e dai patriarchi seduti a semicerchio sulle nuvole è Cristo risorto, un giovane uomo sorridente, sormontato dalla figura del Padre, anziano, maestoso e benedicente. Ai piedi dei due è dipinta in volo la colomba dello Spirito Santo, accanto alla quale sono disposti quattro angeli che sorreggono i quattro Vangeli. Centro della composizione è l’Eucarestia perché nell’Eucarestia, nel Corpo di Cristo è presente tutta la Trinità. Analoga iconografia è quella adottata in un dipinto coevo di Giovanni Bellini, conservato nella Chiesa di Santa Corona a Vicenza: il Battesimo di Cristo.
Destinata ad avere diffusione e fortuna è invece la scena del “Trono di gloria” o “Trono di Grazia”, in cui il Padre mostra il Cristo Crocifisso al mondo e tra i due vola la colomba dello Spirito Santo.
Masaccio a Santa Maria Novella ne è l’esempio più eloquente, fu realizzata tra il 1425 e il 1428. Il soggetto trae origine dalla Pietà “patetica” propria del mondo tedesco tra XIV e XV secolo, diffusa tra i mistici della Renania.
Ilaria Brigati
Nella foto:
Raffaello, Disputa del SS. Sacramento
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