Pellegrinaggio, metafora del cammino
Dai tempi antichi i pellegrini raggiungono mete di valore simbolico

Pellegrinare, mettersi in viaggio è la metafora della vita di ogni uomo e di ogni donna alla ricerca del volto di Dio. Nel sentiero non mancano bivi di fronte ai quali è difficile scegliere e tratti impervi o in salita che la compagnia di chi condivide un tratto di strada o l’intercessione di chi ha già raggiunto la meta può rendere più sopportabili.
Pellegrinaggio è il cammino quaresimale, ma anche l’intero anno liturgico. Pellegrini sono le moltitudini di credenti che lungo i secoli, e ancora oggi, si sono fisicamente messi in marcia verso Gerusalemme, Roma, Santiago di Compostela e, non ultima, Loreto.
Il pellegrinaggio non è un’invenzione della civiltà medioevale. Spostarsi per recarsi in un luogo legato fortemente alla religione è sempre esistito: i Greci si recavano in visita all’Oracolo di Delfi. Esso è presente in tutte le religioni: pensiamo al pellegrinaggio alla Mecca dei musulmani o al pellegrinaggio a Lourdes per i cattolici.
Tuttavia, nel Medioevo esso diventò molto frequente poiché esprimeva una spiritualità molto intensa. Uno dei motivi della sua diffusione è che si tratta di un gesto molto semplice che tutti possono compiere. Non richiede conoscenze teologiche e coinvolge tutta la persona, corpo e spirito. La partecipazione ad un pellegrinaggio non implicava differenze sociali; infatti, abbiamo testimonianze di percorsi intrapresi da re, da vescovi, da papi, ma anche da povera gente, da ammalati e da bambini.
Grazie a questi spostamenti, in Europa si creò una fitta rete di comunicazioni di luoghi di sosta ricchi di significati culturali, religiosi e di testimonianze artistiche.
La meta per eccellenza era Gerusalemme e in particolare i luoghi legati alla presenza di Gesù Cristo che, dal XIII secolo in poi, furono affidati alla custodia dei frati francescani. Altra meta era Roma, capitale del mondo cristiano, per visitare la tomba di San Pietro, successore di Cristo e primo pontefice, di San Paolo e di tanti martiri. La terza meta è Santiago di Campostela in Galizia (Spagna) che conserva la tomba dell’apostolo San Giacomo. Il nome della località richiama la credenza medioevale secondo cui si pensava che si trattasse dell’ultimo lembo di terra oltre il quale c’era il mistero.
Per questo motivo, recarsi sulla tomba di San Giacomo significava aver visto la frontiera estrema del mondo e quindi aver percorso, in modo simbolico, il proprio percorso di vita.
Esistevano molte altre destinazioni che segnavano il cammino verso i santuari più importanti. Di solito erano legati alla figura dell’arcangelo Gabriele o al culto della Madonna.
Per il pellegrino medioevale, la protezione dell’arcangelo Gabriele era fondamentale perché lo avrebbe protetto dagli assalti di Satana e, come si vede nelle sculture delle chiese romani e gotiche aveva anche il compito di introdurre l’anima dei fedeli di fronte a Dio, nel momento del Giudizio Finale. Fra queste cattedrali possiamo ricordare il complesso del Mont-Saint-Michel in Francia o quello della Sagra di San Michele in Val di Susa, in Piemonte. Fra le chiese dedicate alla Madonna dobbiamo ricordare tutte quelle esistenti in Francia: Notre-Dame di Parigi, di Chartres, di Orléans, di Reims, di Rouen, di Strasburgo e tante altre.
I pellegrinaggi a Notre-Dame di Chartres sono documentati fin dall’866, quando Carlo il Calvo donò alla chiesa la reliquia di una parte del manto indossato da Maria al momento dell’Annunciazione. Essa fu distrutta da un incendio nel 1194 e fu subito ricostruita in un perfetto stile gotico, dotandola di vetrate. La vetrata, che per noi moderni ha uno scopo decorativo, per quel tempo, aveva un significato didattico.
I pellegrini che sostavano all’interno della chiesa, non sapendo leggere, osservavano le scene, riportate sulle vetrate e facevano propri gli insegnamenti religiosi che esse trasmettevano. Per facilitare lo spostamento dei pellegrini, lungo il cammino furono costruite delle infrastrutture: ospizio di San Bernardo sulle Alpi, ospedali lungo le strade per accogliere coloro che avevano difficoltà a resistere alle fatiche e agli stenti del viaggio. Nacquero così gli ordini Ospedalieri che si dedicavano con grande dedizione all’accoglienza dei poveri e alla cura dei malati.
Chi percorreva gli itinerari di fede sulla cosiddetta “Linea di san Michele” è stato più volte rappresentato dagli artisti che ne hanno messo in risalto le particolarità dell’abbigliamento, con i segni caratteristici dell’avvenuto pellegrinaggio.
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