Sport per i giovani, si naviga a vista

“La paura è la dimensione che stiamo vivendo tutti, per i nostri cari, per il futuro ed anche per l’organizzazione delle attività sportive, soprattutto quelle che coinvolgono i ragazzi. Da cristiani bisogna attraversare questo tempo con fatica ma sempre con il coraggio della speranza”.
Lo ha detto don Alessio Albertini, Assistente ecclesiastico del CSI in apertura dell’incontro online della Presidenza Nazionale con i comitati provinciali e regionali che si è svolto nei giorni scorsi.
Bisogna prendere come riferimento il Libro dell’Apocalisse che non racconta semplicemente la fine del mondo ma che ci deve aiutare a riflettere su che cosa sta accadendo oggi.
“Dobbiamo mettere dei segni chiari, non grandi, bisogna accontentarsi del piccolo. Il seme- continua don Alessio- è il segno della pazienza. Non bisogna diventare ansiosi né ansiogeni.
Noè dopo 40 giorni e 40 notti di diluvio universale sull’arca, con le coppie di animali, ha saputo attendere i segni che la terra riemergesse: la colomba con il ramoscello d’ulivo e l’arcobaleno. Voleva dire che la vita ricominciava”.
In collegamento online, durante l’incontro fra Presidenza nazionale del CSI e territorio, c’erano più di 200 persone, anche Genova presente. Molte le domande inviate via chat alle quali sono state date subito risposte.
E’ stata un’occasione utile per ragionare insieme sulle ultime disposizioni governative chiarendone dubbi e contraddizioni e darsi reciproco coraggio.
Dopo l’introduzione di don Alessio Albertini, sono intervenuti Marco Guizzardi, Direttore Area servizi al territorio e il Presidente nazionale Vittorio Bosio.
Il DPCM del 24 ottobre scorso consente l’attività sportiva, gare ufficiali ed allenamenti in forma ordinaria, solo di interesse nazionale.
Tanto per semplificare la norma riguarda, per il calcio e altri sport di squadra di contatto, le categorie del CSI Juniores, Allievi, Ragazzi, Under 12 e Under 10.
“Da almeno 25 anni il CSI- sottolinea fermamente Vittorio Bosio- organizza la propria filiera di discipline sportive con caratteristiche nazionali: un percorso che si sviluppa, attraverso vari step, con finali provinciali e poi regionali”.
Secondo il presidente Bosio, con sotterfugi tipicamente italiani, nell’accezione peggiore del termine, in molti hanno cercato di fare i furbi.
Qualcuno, dice Bosio, ha tentato addirittura di inserire la propria attività fitness in fantasmagorici circuiti di “palestriadi”. Ci mancava solo il campionato italiano di … pentolaccia!
Alcune federazioni ed enti di promozione sportiva si sono posti come attrattivi certificando tutti i loro campionati di interesse nazionale e rivolgendosi poi alle varie società, anche quelle affiliate al CSI per un “cambio di casacca”.
Furbizie che, nello sport, sempre si dovrebbero evitare ed in modo particolare in questo drammatico momento storico.
Le finali nazionali, intensi momenti di aggregazione ed incontro fra ragazze e ragazzi di varie regioni, vanno ben oltre l’evento agonistico-sportivo dove si assegnano scudetti tricolori. Lo sanno bene centinaia di giovani che negli anni scorsi hanno vissuto questa bellissima esperienza che ricorderanno per tutta la vita.
Le finali sono state programmate fra la primavera e l’estate del 2021 ma, se l’emergenza Covid non consentisse il completamento delle fasi territoriali, potrebbero essere posticipate di qualche mese, senza nessun problema.

A scanso di equivoci il presidente Bosio ha voluto sottolineare, per l’ennesima volta, che anche le federazioni e gli enti di promozione sportiva devono avere anzitutto a cuore la tutela della salute della gente di fronte alla ripresa della corsa di un virus come mai avremmo voluto sperare.
Anche il CSI naviga quindi a vista, giorno dopo giorno, forse addirittura ora dopo ora, ed è chiaro che le decisioni davvero dirimenti, su quello che si può o non si può fare, saranno sempre di competenza primaria del governo, delle istituzioni locali e degli organi sanitari.