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Attività sportive in forse, ma camminare fa bene!

L’ultimo Dpcm pone una stretta sulle attività sportive e sugli sport dilettantistici 

Il nuovo DPCM del 18 ottobre limita di nuovo fortemente gli sport dilettantistici e di base di squadra creando disagi agli appassionati; la maggior parte, soprattutto i ragazzi e i bambini, ma non solo, li praticano per divertirsi, per la propria salute psico-fisica, senza altre velleità.
Il nuovo DPCM causa anche problemi economici a decine di migliaia di persone che lavorano in questo settore.
Crea enormi difficoltà a centinaia di società che, molte volte, rappresentano l’unico presidio sociale-educativo sul territorio soprattutto per i ragazzi.
Restano per ora “sotto esame” i gestori di palestre e piscine: nei prossimi giorni dovranno dimostrare di seguire davvero le norme di prevenzione anti- Covid, altrimenti si fermeranno anche loro.
Per colpa e negligenza di qualcuno rischiano di perderci tutti anche perché i controlli e le verifiche sono praticamente impossibili da fare.
Le società affiliate alle Federazioni o agli Enti di Promozione sportiva, i gestori di piscine e palestre, hanno fatto enormi sacrifici economici in questi mesi, non sufficientemente riconosciuti.

Bisogna però purtroppo guardare in faccia la realtà che è fatta di un incremento giornaliero di persone contagiate e di un sistema ospedaliero che comincia ad andare in sofferenza.
Non è etico difendere i “propri orticelli”, ma occorre seguire le direttive delle autorità sanitarie e istituzionali, senza “travestirsi” da medici e virologi.
E’ necessario agire con responsabilità. La salute, la tutela dal rischio di ammalarsi deve essere veramente, non solo sulla carta, il primo obbiettivo da raggiungere.
Anche una significativa parte dello sport del CSI è costretta a fermarsi, seppur a malincuore: dovremo però farci trovare pronti quando scatterà di nuovo, si spera il prima possibile, “il semaforo verde”, elaborando, rispettando e facendo rispettare, senza “furbate all’italiana”, protocolli di sicurezza magari ancora più rigidi di quelli attuali.
Nel frattempo che cosa si fa?

Restiamo tutto il giorno sul divano a guardare la televisione dove ormai per molte ore vanno in onda trasmissioni ansiogene sul coronavirus, dove si dice, spesso si urlano, tesi contrapposte?
Un lockdown generalizzato, come quello dei mesi scorsi non è nell’agenda politica, almeno nelle prossime settimane, a patto che la situazione non precipiti drammaticamente.

Tutti quelli che devono uscire da casa per andare al lavoro o a scuola si spera che, ad esempio, inseriscano nella loro filosofia di vita un concetto nuovo, addirittura rivoluzionario: ricominciare a camminare.
Possono farlo anche i “fortunati” che lavorano in “smart working” ritagliandosi una salutare pausa dall’utilizzo del pc durante la giornata.
E’ chiaro che l’alternativa “pedestre” all’auto, agli autobus, ai treni non sarà possibile per tutti a causa delle distanze da percorrere e degli impegni programmati in una singola giornata, ma per molte persone sì.
La scelta, dirompente dal punto di vista mentale, di ricominciare a camminare, oltre ad alleggerire in modo notevole i problemi della mobilità urbana, in particolare quelli del trasporto pubblico, quasi insostenibile con persone letteralmente ammassate, una sull’altra, fa benissimo alla salute.

La soluzione ideale sarebbe quella di farlo in mezzo al verde, sui sentieri delle nostre montagne, in riva al mare, lontano dallo smog: ma si può camminare, e ci mancherebbe altro, anche in città.
Serve a rafforzare e tonificare la muscolatura delle gambe, fa bene al nostro sistema immunitario, al sistema cardio- circolatorio.
Passo dopo passo scarichiamo tensioni ed arrabbiature: a fine giornata si sta meglio e di notte si dorme più tranquillamente.
Serve a guarire i piccoli dolori alla schiena, tipici di un’eccessiva sedentarietà.
Tutti gli esperti sono concordi nel sostenere che camminare ad un buon ritmo, 30 minuti al giorno, consente di perdere almeno 150 calorie.
In attesa del vaccino anti-Covid e di riprendere le attività sportive alle quali ci eravamo preparati con accurati protocolli di sicurezza, non sprechiamo il nostro tempo facendoci travolgere dall’ansia, dall’apatia e dalla pigrizia. Camminiamo e convinciamo gli altri a camminare, magari con scarpe comode, sorridiamoci indossando la mascherina, ma guardandoci negli occhi: sarà un modo per stare bene e guardare al futuro con un po’ di speranza ed ottimismo.

Fonte: Il Cittadino
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