II lettura di domenica 24 luglio - XVII domenica del Tempo Ordinario
La preghiera - Anno C
Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.
Facendo riferimento alla liturgia battesimale per immersione, Paolo richiama l'efficacia del Sacramento della iniziazione cristiana, mediante il quale il peccato dell'uomo muore: quando questi esce dal fonte battesimale é come risuscitato a vita nuova. Tutto ciò in assimilazione e per merito della redenzione e della risurrezione di Cristo.
Il Battesimo rende partecipi della vita di Cristo e quindi pure della risurrezione corporale, oltre che morale.
Gesù ha titolo di merito per ottenere la misericordia divina a favore degli uomini, i quali prima di Lui e senza di Lui sono moralmente morti, a causa dei loro peccati. Sono simili ai pagani – “incirconcisione della carne” è simbolo della non ap-partenenza a Dio – e quindi meritevoli della stessa sorte.
L'uomo, con i propri peccati, ha come scritto di proprio pugno il “documento” del suo debito con la giustizia divina. Cristo però ha meritato che tale documento fosse affisso alla croce: cioè che, mediante il suo sacrificio, i peccati fossero perdonati, la giustizia riparata, la misericordia impetrata. Cristo ha invocato Ia misericordia divina sull'umanità peccatrice non solo a parole, ma con la propria vita. Il perdono é stato ottenuto. Per esserne partecipi non c'é che unirsi a Cristo, innestarsi nella sua vita, mediante il Battesimo ricevuto e difeso e vissuto quotidianamente.
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