Nonne e nonni: forza e saggezza per affrontare l'emergenza!
Appello ai media affinchè non minimizzino la dolorosa perdita degli anziani a causa del Coronavirus
“Le nonne e i nonni sono la nostra forza e la nostra saggezza. Che il Signore ci dia sempre anziani saggi! Anziani che diano a noi la memoria del nostro popolo, la memoria della Chiesa. E ci diano anche il senso della gioia.”
Non è una mia affermazione ma una delle gemme che Papa Francesco regala all’umanità sempre più di frequente: rileggetela con calma, con la lentezza che serve per cogliere ogni singola parola di questa frase e poi rileggetela una seconda volta e poi ancora e ancora e ancora.
Gli anziani sono la nostra forza! La potenza contenuta in questa affermazione basterebbe per sottolineare la centralità di queste figure all’interno della società.
La saggezza: quanto bisogno c’è ora più che mai di questa virtù e le nonne con i nonni ne sono una fonte inesauribile, manuali viventi di come affrontare le difficoltà della vita, di come superare momenti difficile, incertezze, dubbi che non ci lasciano dormire e ci consumano non avendo mai vissuto le loro stesse esperienze.
Memoria del nostro popolo: leggendo questo passaggio tanti pensieri si accavallano nella mia mente; non posso non ricordare i tanti errori che l’umanità ha commesso e, via via che il tempo passa, tali nefandezze perderanno i loro testimoni oculari. Penso all’olocausto, al nazismo, alle atrocità della guerra.
Memoria della Chiesa: donne e uomini giovani nel passato ci hanno consegnato una comunità ampia, solidale, religiosa e noi la stiamo distruggendo.
Senso della Gioia: se non gli anziani, crocevia di mille esperienze di vita in un secolo di crescita ma segnato da grandi difficoltà, che ha visto due guerre mondiali, tanta povertà e miseria, chi può dispensare un sorriso, una carezza? Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”, frase che penso tutti voi ricorderete e che proprio un Papa pronunciò..
Una lunga premessa ma doverosa in un momento storico in cui questa energia positiva degli anziani sembra non interessare più a nessuno, quasi non esistesse più.
Si ha la percezione che i media quasi quasi vorrebbero tenere una contabilità di decessi senza considerare gli anziani: sono tot i decessi ma erano ultra… persone di serie B.
Allora mi chiedo: che società è quella che minimizza la dolorosa perdita di un caro anche anziano a calcolo di fredde statistiche contabili? Che futuro stiamo pianificando per i nostri ragazzi che sentono, percepiscono una tale oscenità?
Noi siamo orgogliosamente Maestri del Lavoro e, per l’essenza stessa del nostro riconoscimento, non più giovanissimi anagraficamente visto che tale straordinario titolo viene assegnato dal Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro del Lavoro, alla carriera di lavoratori che si sono distinti per doti morali, lavorative ed educative.
Siamo una risorsa a disposizione di tutti, eccellenze nel lavoro e formatori nelle scuole, scrigni di conoscenza e umanità, patrimonio di una nazione che ha posto il Lavoro (e non metto a caso la maiuscola) al primo posto nella sua Costituzione: l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
E di questo Lavoro noi siamo stati protagonisti e vorremmo continuare a esserlo preparando le risorse del futuro trasmettendo loro i valori che ci hanno condotto a essere Maestri.
Quando muore un anziano, perdiamo un tesoro di un valore inestimabile di cui le generazioni future non potranno disporre: alla fine tutto questo porterà all’impoverimento della società.
Cari media chiudo con un monito: quando fate le vostre statistiche cambiate approccio, aumentate la vostra soglia del rispetto dicendo: “Abbiamo perso una donna o un uomo di ottant’anni… da oggi siamo tutti più soli.”
*Federazione Maestri del Lavoro
Consolato Liguria
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