Genova e Liguria
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VI anniversario del crollo del Ponte Morandi

Mons. Tasca durante la commemorazione: "Un ricordo che deve essere memoria orientatrice per il futuro"

VI anniversario del crollo del Ponte Morandi

Ore 11.36 all'ombra del ponte San Giorgio cala il silenzio e sullo sfondo si sente il suono delle campane delle chiese e delle sirene delle navi in porto. Sono passati 6 anni dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi, che ha lasciato una ferita profonda nella città e nelle famiglie delle 43 vittime. 

La giornata è iniziata con la S. Messa di suffragio, celebrata dall'Arcivescovo nella parrocchia di San Bartolomeo alla Certosa alle 9.00, alla quale hanno preso parte le autorità, le famiglie delle vittime e gli abitanti del quartiere. Nell'omelia padre Marco Tasca ha ripreso le parole del Vangelo nel quale l'evangelista Matteo invita e spiega come prendersi cura l'uno dell'altro: «Come comunità cristiana dobbiamo fare sentire la nostra vicinanza, il nostro supporto, il prenderci cura di chi vive il dolore. La nostra società sarà sempre più umana se saprà sempre più prendersi cura dell'altro» 

Dopo lo spostamento sotto il ponte San Giorgio, nella Radura della Memoria, è iniaziato il momento di commemorazione e ricordo delle vittime del crollo. Dopo la deposizione delle corone di fiori, e gli interventi musicali sono iniziati gli interventi delle autorità civili e religiose. L'Arcivescovo in questo secondo momento ha voluto raccogliere il significato del luogo «La radura è un luogo in cui si trova spazio per incontrarsi, ma non in un deserto, né fra edifici ravvicinati, ma su un prato, dono della bontà di Dio e del lavoro dell'uomo, circondati, protetti e custoditi dagli alberi». E continuando ha aggiunto «Questi alberi lo sappiamo bene tengono vivo il ricordo di chi, sul ponte, cercava la vita e ha trovato la morte. Un ricordo che non è solo di tipo storico, ma che è e deve essere memoria orientatrice per il futuro».

Alle 11.36 il momento più significativo con il minuto di silenzio nell'ora esatta del crollo. 

Ha concluso gli interventi Egle Possetti, presidente del Comitato vittime del Ponte Morandi che ha voluto ricordare la necessità di non abbassare mai i fari su questa tragedia spiegando che «il ricordo si sta affievolendo, non vogliamo che sia un ricordo doloroso continuo, lo è già per noi, ma deve essere un ricordo consapevole di quello che è avvenuto qui».

Fonte: Il Cittadino
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