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Andare a votare: perchè?

Il voto è partecipazione e democrazia

Ancora una volta siamo chiamati alle urne. Tra pochi giorni dobbiamo scegliere chi governerà la nostra Regione per i prossimi anni. Votiamo in modalità anticipata. Già i motivi che hanno condotto a questo repentino confronto elettorale ci dicono che non possiamo continuare a sottovalutare realtà e prospettive lasciando - fatto sempre grave - che altri scelgano al nostro posto. Non si tratta “solo” di partecipazione al voto - la gravità dell’astensione è chiarissima a tutti - ma anche e soprattutto di una maggiore presenza attenta e continua perché chi sarà chiamato a governare lo faccia con coerenza e lealtà, evitando scorciatoie e personalismi e mettendo da parte (come spesso avviene) quanto propagandato in campagna elettorale.

Ancora una volta, bombardati da slogan e promesse, siamo chiamati a scegliere e non è facile orientarsi, ma votare è un dovere e una responsabilità. Non possiamo rassegnarci, voltarci dall’altra parte, in nome di una sfiducia che non porta a nulla. Non possiamo non controllare chi fa cosa. Oggi ci troviamo di fronte a scenari locali e globali inquietanti e interconnessi: non possiamo banalizzare né ritenere che, ad esempio le guerre, siano altro, distante da noi, e che il ben vivere o il malessere di una città e di una regione non influiscano sulle grandi sfide che incombono sull’umanità.

Non è facile orientarsi. Non è facile scegliere. Come credenti non è banale tener conto del nostro riferimento quotidiano, il Vangelo, che segna i nostri comportamenti. Ci sono temi, ad esempio quello dei migranti o della cittadinanza, che nonostante il Vangelo sono divisivi e che dobbiamo fare in modo di ricondurre a termini di accoglienza e di condivisione costruttiva.
Dignità umana, giustizia, pace.

Alla luce di questo mi pare che ci siano tre elementi che possono distinguere la nostra partecipazione: dignità umana, giustizia e pace.

Sempre dobbiamo chiedere sia rispettata la dignità di ogni persona. Non possiamo permettere che nelle nostre città, regioni e paese ci siamo “cittadini” “meno cittadini” o addirittura “non cittadini”. Chiedere attenzione per le realtà più fragili non è solo ottenere un po’ di elemosina (fondi) per i più diseredati ma significa porre attenzione alle questioni del lavoro e della casa, al disagio giovanile, all’abbandono scolastico, alle dipendenze tra cui l’azzardo, agli anziani (che “fanno regione” a scapito della denatalità!), ai migranti, alle nuove povertà e, per contro, ai modelli di consumo che incrementano diseguaglianza. Quindi la persona al centro, ma davvero!

Giustizia è il contrario di indifferenza, disinteresse, corruzione, malaffare, non vedere con occhiali puliti la realtà. Giustizia è cercare di scegliere veramente il bene comune.

Pace. È purtroppo il desiderio del momento ma è anche e non solo termine di democrazia e partecipazione. È paradigma di quel saper legare locale e globale che nasce da ciascuno di noi. Spesso e volentieri ci proclamiamo una città e una regione che si affacciano sul Mediterraneo! Ma forse solo geograficamente perché manca la consapevolezza che la pace comincia nel nostro quartiere, nei nostri vicoli, nel nostro stadio!
La pace nasce dal rispetto, dal riconoscere l’altro, gli altri; dal saper educare, dal saper convivere. Ritorna il tema della partecipazione democratica. Non possiamo solo chiedere, aspettare, sperare. A quelli che saranno i nostri amministratori dobbiamo offrire non solo consenso (come un vuoto a perdere…) ma la disponibilità a costruire pace, giustizia e dignità.
Povertà educativa, ambiente, lavoro, sanità.

Il tema della partecipazione e della democrazia è centrale perché può raggiungere un modello “da persona a persona” che realizza davvero il bene comune e non obbedisce a modelli personali, di partito o di coalizione. Orientati in questo modo, tenendo conto dello stile sopra esposto, possiamo poi mettere in fila gli altri temi che piacerebbe affrontare nella dimensione di un cammino insieme. Prevale a mio avviso il tema della povertà educativa. È urgente creare spazi di incontro e dialogo (la cultura degli incontri indicata dalla “Fratelli tutti”) che alimentino il bello, il buono, la coesione sociale a partire dai territori, ma aperti al mondo. Ci sono poi i temi ambientali, quelli dell’industria, del commercio e del turismo.
Emerge il tema della sanità. La salute è fondamentale per le persone protette da un Servizio Sanitario Nazionale che rischia di essere svalutato e disservito.
Tanti temi e questioni che non possiamo delegare a coloro che oggi ti dicono, promettono e domani dimenticano, rinnegano, perseguono scelte non condivise. Ci mettiamo una croce sopra? Dove? Per chi?

Votiamo, certo, ma anche prendiamoci l’impegno, a partire dalle nostre comunità, gruppi, associazioni, enti di Terzo settore, di aprire orizzonti di dignità, giustizia e pace.

Fonte: Il Cittadino
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