Vado a scuola

Regia di Pascal Pisson.
Durata: 75 minuti.

Jackson in Kenya, Zahira in Marocco, Carlito in Patagonia e Samuel in India: ciascuno di questi quattro bambini, tra i dieci e gli undici anni, devono affrontare quasi ogni giorno (Zahira una volta la settimana), mattina e sera, più di dieci chilometri per andare a scuola; insieme a loro, sorelline o fratelli o amiche, condividono una dura fatica, affrontata con strenua volontà nel desiderio di trovare il proprio posto nel mondo. Il film di Pascal Plisson appartiene al genere documentaristico e mostra quattro situazioni molto lontane tra loro dal punto di vista geografico, sulla condizione in cui si trovano milioni di bambini nel mondo, riguardo la difficoltà ad avere un'istruzione e su come questa davvero significhi una conquista molto concreta e frutto di un sacrificio durissimo. Il documentario è stato girato con grande accortezza e, a parte alcuni momenti più vicini alla "fiction" necessari a presentare i diversi protagonisti, la cinepresa mantiene quella giusta distanza che implica il rispetto di questi bambini, pur mostrando le loro emozioni e i loro sentimenti; il risultato è di grande impatto e di profondo coinvolgimento, nel vedere come la stessa natura, per il turista occidentale bella e selvaggia, diventi per quei ragazzini una difficoltà e una prova a cui si sottopongono con la speranza che tale fatica trovi una ricompensa nel loro futuro. Guardandolo non si può fare a meno di provare ammirazione, eppure non c'è nulla di patetico in questi 75 minuti di filmato: lo stile è asciutto e addirittura non manca di suscitare anche qualche risata, insieme ad una profonda commozione e quasi una sensazione di stupore, nel constatare cosa vuol dire davvero "andare" a scuola in buona parte del pianeta. Un gran bel film, adatto a tutti e, soprattutto, ai più giovani che avranno modo di riflettere sul senso di solidarietà, sulla condizione dell'infanzia e, senza voler fare dello spicciolo moralismo, sulle proprie possibilità.