Senza arte nè parte

Regia: Giovanni Albanese
Interpreti: Vincenzo Salemme (Enzo Gesumunno), Giuseppe Battiston (Carmine Bandiera), Donatella Finocchiaro (Aurora), Hassani Shapi (Bandula). Durata: 90'

Enzo, Carmine, l'indiano Bandula sono tre operai che lavorano nel Pastificio Tammaro; quando vengono licenziati viene loro offerto un lavoro in nero come custodi di un magazzino che contiene opere d'arte contemporanea. All'inizio le opere sembrano loro incomprensibili, ma scoprendone il valore economico decidono di "buttarsi" sul mercato dell'arte.
Ultimamente il tema del lavoro emerge in modo prepotente in molte commedie italiane, portando alla ribalta tutta quella parte di umanità che cerca un riscatto attraverso i pochi mezzi a disposizione. In questo senso "Senza arte ne' parte" rientra nel genere di commedia che da Totò (come dimenticare l'episodio in cui vende la Fontana di Trevi ai turisti in "Totò Truffa"?) a Manfredi e a Gassman, fa divertire scherzando anche su quelli che, nella realtà, sono autentici drammi. Nel film emerge anche la volontà di far incontrare due mondi distanti tra loro: quello del lavoro operaio e quello elitario ed esclusivo che ruota intorno al mercato dell'arte. Naturalmente il film non è al livello delle grandi commedie all'italiana, anche se gli effetti tragicomici di tutta la vicenda divertono e i bravi protagonisti suscitano simpatia, ma  "Senza arte ne' parte" rimane soprattutto un film piacevole, senza davvero entrare nella profondità dei temi trattati come quello, importantissimo, del lavoro. Insomma il film di Albanese non è proprio "La banda degli onesti", ma lo si guarda volentieri.
Mariangela Grilli