Offside

Regia: Jafar Panahi; soggetto e scenegg.: Jafar Panahi e Shadmeher Rastin. Interpreti principali: Sima Mobarak Shahi, Safar Samandar, Shayesteh Irani. Durata: 88 minuti.

Siamo nel 2005: un autobus pieno di tifosi si reca verso lo stadio di Teheran per assistere ad una partita decisiva per l'Iran che si gioca la possibilità di partecipare ai mondiali di calcio 2006. Tra la gente c'è anche una ragazza che, sotto travestimento, cerca di passare inosservata perché alle donne è proibito entrare in uno stadio, così le ragazze che hanno provato ad "infiltrarsi" vengono catturate, ma ci sarà chi tra i soldati addetti alla sorveglianza, farà per loro una specie di cronaca.
"Offside" vinse l'Orso d'Argento al Festival di Berlino nel 2006, ma in Iran il film è tuttora vietato, il regista è agli arresti domiciliari e condannato a vent'anni di inattività. Jafar Panahi, tra i registi iraniani di spicco, insieme a Kiarostami, è conosciuto a livello internazionale per alcuni film tra i quali "Il cerchio" che nel 2000 vinse il Leone d'Oro a Venezia. Anche "Il cerchio" era incentrato sulla figura della donna in Iran, ma in "Offside" la vicenda, pur riportando un episodio in cui sono protagoniste delle ragazze (qualcosa di analogo è capitato proprio alla figlia di Panahi), fa intravvedere la speranza - più che il miraggio - di una possibilità di apertura o di superamento del fanatismo. Così, mentre risulta divertente vedere i soldati che raccontano alle ragazze quello che succede in campo,  si ha la sensazione che il regista suggerisca una possibilità di reazione e di cambiamento, forse affidato alle nuove generazioni. L'idea del calcio come motivo di unità e affiatamento non è nuova nel cinema, ma Panahi ne trae uno spunto originale e firma un film dallo stile asciutto, quasi neorealista, capace di ironia e di tenerezza e, per una volta,  con un bel finale, forse un po' favolistico ma sicuramente confortante. Sicuramente coraggioso.