Le confessioni
In un albergo di lusso che sembra un castello, con piscina interna, affaccio sul mare, pontili, spa e ogni genere di amenità, si riuniscono i membri dell’economia mondiale prima dell’annuncio di un’importante decisione che riguarda le sorti dei mercati globali.
In un albergo di lusso che sembra un castello, con piscina interna, affaccio sul mare, pontili, spa e ogni genere di amenità, si riuniscono i membri dell’economia mondiale prima dell’annuncio di un’importante decisione che riguarda le sorti dei mercati globali.
A questo incontro sono stati invitati, non si sa bene per quale motivo, altri tre partecipanti: una scrittrice di libri per bambini, sostenitrice delle cause umanitarie; un musicista a capo di una onlus che opera nel sociale; e un monaco certosino, che, si scoprirà, ha un passato da matematico.
“Le confessioni” di Roberto Andò è un bel film, molto attuale, con un cast europeo (vi recitano grandi attori francesi, tedeschi, canadesi ed italiani), che vanta la sua punta di diamante in Toni Servillo, magistrale nell’impersonare il monaco certosino Salus, il personaggio “fuori posto” che, però, è il più importante di tutto il racconto.
La struttura, come abbiamo detto, ricalca un giallo, ma, ispirandosi al maestro della suspense morale Hitchcock (che Andò cita direttamente in un dialogo fra i suoi interpreti), diventa un viaggio nei misteri dell’anima dei differenti personaggi. La pellicola è, inoltre, una riflessione, come abbiamo detto attualissima, sull’importanza, ormai vitale, dell’economia. È lei ad avere il potere, è lei che guida le politiche degli Stati e a cui i nostri governi devono sottostare.
È lei che può decidere di annientare o risollevare un Paese.
Tutto questo potere nelle mani del potere economico è pericoloso, soprattutto perché è retto da uomini che ragionano solo in termini di soldi ed equazioni, senza porsi nessuna problematica di carattere etico.
Andò affida il suo messaggio a due momenti del film: il primo, durante la cena d’inaugurazione del meeting, quando il capo degli economisti ricorderà a tutti i presenti che bisogna tornare alla lezione del grande economista Keynes, il quale parlava di economia come “scienza morale”; il secondo, quando il monaco celebra la messa per il suo funerale e fa risuonare le parole evangeliche con forza e vemenza alla platea di fronte a lui, per poi “scomparire” misteriosamente.
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