Il volto dei Pontefici immortalato nel cinema

C'è stato un tempo in cui i fedeli sapevano chi era al Soglio Pontificio, ossia sapevano chi era il Papa, ne conoscevano il nome e ne seguivano l'insegnamento, ma pochissimi erano coloro che conoscevano il volto di chi era chiamato a custodire la Chiesa. Fino all'avvento del cinema! Ormai sappiamo tutti che il cinematografo prende ufficialmente il via nel 1895 e già nel 1896 il volto di Leone XIII viene "colto" dalla pellicola; soltanto tre anni dopo viene per la prima volta immortalato a livello mondiale il volto di un Papa: siamo nel 1898 e il regista americano William K. L. Dickson gira alcuni fotogrammi del Pontefice della Rerum Novarum.
È ormai molto anziano, ha 88 anni, e dalla sua carrozza benedice i presenti e, nello stesso tempo benedice un mezzo che avrà negli anni successivi una portata eccezionale nelle comunicazioni. Quegli scatti segnano l'inizio di un rapporto cinema/Santa Sede davvero fecondo.
Qualche decennio dopo Papa Pio XI, in occasione del decimo anniversario della sua investitura, viene ripreso in Piazza San Pietro dagli operatori della Paramount.
Da allora i Pontefici sono sempre stati ripresi in documentari e film, mezzi che hanno contribuito ad avvicinare il volto del Pontefice al popolo dei fedeli. Infatti nel 1942 il regista Romolo Morcellini gira il documentario "Pastor angelicus": una giornata tipo di Papa Pacelli. Da allora il connubio Santa Sede e cinematografo diventa inarrestabile.
Sempre con Pio XII viene istituto, negli anni '30, un Centro Cattolico di cinematografia e una filmoteca che negli anni diventerà sempre più di assoluto rispetto e lo stesso Papa nel 1955 scrive un "Discorso sul film ideale".
Tutti noi abbiamo presente il volto di Giovanni XXIII, ma forse non tutti sanno, giusto per fare un esempio, che quando era ancora Nunzio Apostolico a Parigi, Angelo Giuseppe Roncalli fu presente alla realizzazione del film sul set del film "Monsieur Vincent" (su San Vincenzo de' Paoli) con il regista Maurice Cloche, dandone un giudizio molto positivo. Insomma se a Roma si guarda con grande attenzione al mondo del cinema, questo guarda sempre più spesso a quello dei Papi.
Alla fine degli anni Cinquanta la grande umanità di Papa Roncalli (per tutti il Papa Buono) viene conosciuta e recepita dal mondo intero anche per mezzo della televisione e se pur breve, il suo Pontificato rimane nel cuore di tutti. Dopo di lui, come dimenticare il discorso di Paolo VI all'Onu "Jamai plus la guerre", pronunciato il 4 ottobre (giorno di San Francesco d'Assisi) 1965. "Mai più la guerra" immortala la solennità di Papa Montini davanti al mondo.
Dopo di lui anche Papa Giovanni Paolo I diventa un volto conosciuto e amato. Emblematico e dirompente sarà però la figura di Giovanni Paolo II, un uomo dall'incredibile impatto mediatico (come quasi nessuno in generale) capace di utilizzare i media per veicolare il messaggio cristiano nella società moderna, eguagliato oggi da Papa Francesco.
Di Papa Ratzinger rimangono molto impressi non solo il suo volto nel giorno del "commiato" dal trono pontificio, ma anche e soprattutto la sua profonda umanità nelle immagini oggi in Santa Marta. Senza voler entrare nel merito di come la Chiesa ha visto e compreso la grande portata dell'immagine, va sottolineato qui il modo in cui il mondo dei mass media abbia contribuito a creare un grande rapporto di fiducia e perfino di familiarità e di benevolenza tra i fedeli di tutto il mondo con colui che ha il compito di guidare la chiesa.
Creando così una vicinanza che solo un secolo fa era ancora inimmaginabile.

Mariangela Grilli