Green book
Regia di Peter Farrelly
Interpreti principali: Viggo Mortensen, Mahershala Ali. Durata 130 minuti
Siamo a New York nel 1962 e Tony Vallelonga, un buttafuori, rimane senza lavoro perché il locale dove lavora deve chiudere per un po’ di tempo. Per mantenere la sua famiglia, moglie e due figli, accetta di fare l’autista per Donald Shirley, un grande musicista, accompagnandolo in un tour attraverso gli Stati Uniti. C’è però un dettaglio: Donald Shirley è un uomo di colore.
Peter Farrelly, ispirandosi alla vera storia di David Shirley, dimostra di saper fare film di spessore, affrancandosi da filmetti come “Scemo più scemo” e affronta il tema della discriminazione razziale negli Stati Uniti. Non a caso il titolo prende il nome da una guida turistica con l’elenco degli alberghi che accettano la gente di colore. Per certi versi a molti spettatori il tema ricorderà quello di “A spasso con Daisy”, sebbene qui le posizioni siano rovesciate, poiché in “Green book” è un bianco a fare da autista ad un nero. In “Green Book” oltre al rapporto di stima e di amicizia che si instaura tra i due protagonisti (e che durerà negli anni a venire), ad emergere è anche l’atmosfera di un’epoca in cui vigono ancora le leggi razziali e lo stesso personaggio di Tony, all’inizio, non è esente da pregiudizi. Il regista è attento a non cadere nel patetico e riesce a trovare un buon equilibrio tra i momenti in cui Tony non si fa scrupolo di usare anche le maniere forti, la solitudine dei due protagonisti, la società dell’epoca.
Bravissimi i due attori, con un irriconoscibile Viggo Mortensen (l’Aragorn de “Il Signore degli anelli”) qui perfettamente nella parte di Tony e Mahershala Ali nella parte di Shirley.
“Green Book” ha appena vinto il Premio Oscar come miglior film.
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