Cinema - Recensione de "Il risorto"
Regia di Kevin Reynolds. Interpreti principali: Joseph Fiennes (Clavius), Tom Felton (Lucio), Cliff Curtis. (Yeshua), Peter Firth (Ponzio Pilato). Durata 107 minuti.
Appena tornato a Gerusalemme, il potente tribuno romano Clavius viene convocato da Ponzio Pilato che gli affida il compito di sorvegliare affinché il corpo di Gesù venga sepolto in modo sicuro, così da non aver fastidi da parte del Sinedrio. Ma dopo tre giorni nel sepolcro il corpo di Gesù non c'è più e Clavius viene incaricato di scoprire che ne è stato.
Kevin Reynolds è un regista americano nato nel '52, dopo il diploma prima in telecomunicazioni e poi la laurea in giurisprudenza nella facoltà di Baylor, retta dal padre, si dedica al cinema. Suoi sono "Fandango", Rapa Nui", "Robin Hood. Principe dei ladri" tra le sue opere più famose. "Il risorto" è uscito nel 2016 ed è tratto dal libro omonimo di Paul Aiello.
"Il risorto" ovviamente non tratta certo un soggetto nuovo, eppure va sottolineato come l'evento che ha cambiato la storia di molta parte dell'umanità e in primo luogo l'Occidente, ed è naturale che anche nel mondo della cinematografia non smetta di suscitare interrogativi. Ed è proprio questo il grande merito del film. Reynold sceglie infatti di trattare il tema come se fosse un "caso" da seguire: il tribuno Clavius è in tutto e per tutto un romano, è devoto a Marte e per lui il ritrovamento del corpo di Gesù non è altro che un ordine che deve per forza eseguire. Ed è così che "Il risorto" si gioca quasi sul registro del "legal-thriller", tra interrogatori e indagini. E se molto penseranno a "L'inchiesta" di molti anni fa, qui la differenza sta nel modo di trattare l'argomento: Clavius è un uomo concreto, abituato a fidarsi solo dei fatti, inoltre la dimensione storica dell'epoca è molto coerente. Eppure a un certo punto il film vira verso qualcosa di inaspettatamente molto più profondo e il senso del mistero si fa più drammatico.
Insomma, Reynolds firma una regia davvero molto interessante e che non ha mai mancato di colpire lo spettatore e, non a caso, il pubblico giovane.
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