Ciliegine
Da musa di grandi registi italiani come Nanni Moretti e, recentemente, Gabriele Muccino, a regista in proprio che scrive, dirige e produce la sua opera prima. Il salto è grande ma Laura Morante sembra non aver fatto assolutamente il passo più lungo della gamba e con il suo "Ciliegine" ci regala una commedia garbata sulle insicurezze di uomini e di donne contemporanei. In cui si ritaglia anche il ruolo principale: quello di una donna nevrotica e complicata, come d'abitudine, ma finalmente declinata con lo stile leggero e comico e non con quello tragico a cui siamo abituati a vederla.
Amanda ha una relazione complicata con Bertrand e il genere maschile, troppo distratto, egoista e svagato per una donna come lei, generosa, impegnata e un po' irragionevole. Delusa una volta di troppo, pianta il fidanzato alla vigilia di Natale davanti a una torta di cui il fidanzato ha mangiato l'unica ciliegina. Florence, amica indulgente e moglie di uno psicanalista "creativo", raccoglie le confidenze di Bertrand e accorre in aiuto di Amanda, coinvolgendola sulla pista di un circo "affittata" per la notte di San Silvestro. Al veglione Amanda incontra Antoine, un uomo sensibile e garbato, lasciato dalla moglie a un passo dall'anno che verrà. Per un banale errore comunicativo Amanda è convinta che Antoine sia omosessuale e ne diventa subito amica e confidente, smentendo fissazioni, fanatismi e pregiudizi di "genere". Colpita dall'improvvisa "trattabilità" dell'amica, Florence viene persuasa dal marito a lasciare ad Amanda la propria convinzione. Tra equivoci e mascheramenti, Amanda scoprirà l'amore e l'eterosessualità di Antoine. Anche se il finale della pellicola è aperto a chi sa quale futuro per la neo-nata coppia.
La storia che la Morante sceglie di raccontare non è certo nuova, visto che la commedia degli equivoci è un genere in voga sin dal cinema della classicità americano, ma la bravura della neo-regista sta nel tocco leggero e mai volgare, divertente e profondo assi eme. Uno stile molto più francese che italiano, verrebbe da dire, non a caso il film è girato a Parigi con un cast francese. Si vede che la Morante ha lavorato nel cinema francese e ora si può constatare che ne abbia appreso anche le qualità nel girare le commedie. Qualità che riguardano la bravura di dirigere storie magari già raccontate migliaia di volte ma con uno sguardo mai volgare o superficiale e sempre attente nel disegnare i proprio personaggi. La regista-attrice dice di essersi ispirata più che a Woody Allen (a cui alcuni giornalisti l'hanno paragonata) alle strisce comiche dei "Peanuts" di Charles Schultz e, in effetti, il paragone calza. Come nelle strip animate del grande disegnatore americano, infatti, si assiste a dialoghi e situazioni comuni, quotidiane, quasi banali (in questo caso i battibecchi tra uomo e donna) ma raccontati con sagacia e capacità di cogliere con una brevissima frase il senso del tutto. Non a caso spesso i personaggi del film guardano le stelle e pensano, riflettono sulla vita e le loro esistenze, come fanno Snoopy e Charlie Brown.
"Ciliegine", dunque, è un film brillante, ben scritto, ben diretto e ben recitato, che ci parla delle idiosincrasie di uomini e donne sempre più confusi in una società che va di fretta. Uomini e donne che, però, sentono il disperato bisogno di alzare gli occhi al cielo alla ricerca di un senso vero dell'esistenza.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento