Al cinema - Quo vadis, Aida?
Un film di Jasmila Zbanic
Regia di Jasmila Zbanic. Interpreti principali: Jasna Ðuricic, Izudin Bajrovic, Boris Isakovic.
Siamo nel 1995, durante la guerra in Yugoslavia. Aida è una donna di Srebrenica che lavora come interprete di inglese per l'Onu, sposata e con due figli; la sua famiglia e i suoi concittadini dovrebbero essere protetti dai Caschi Blu in una sorta di centro di accoglienza, ma quando si rende conto che i serbi di Mladic stanno per incombere e che sta venendo a mancare la protezione internazionale, Aida cercherà di mettere in salvo la sua famiglia e la sua gente.
"Quo vadis, Aida?" è ispirato alla storia vera di Hasan Nuhanovic, traduttore per l'Onu e si rifà a quello che quest'uomo ha visto e descritto.
Costruito in modo classico, senza orpelli, la regista porta sul grande schermo uno dei più feroci genocidi avvenuto nella nostra Europa negli ultimi decenni e per il quale Mladic è stato accusato di crimini contro l'umanità al pari di tanti gerarchi nazisti. Jasmila Zbanic, nata a Sarajevo nel '74, non mostra le efferatezze di cui si macchiò l'esercito di Mladic, che arrivò a massacrare oltre 8.000 civili, ma pur senza nascondere l'angoscia della tragedia, mette in evidenza non solo l'angoscia e la disperazione, ma soprattutto il coraggio e la forza morale di una donna e di una madre nel cercare di mettere in salvo le persone che ama e la gente di Srebrenica.
Il film ha il merito di non voler fare della protagonista e della vicenda, un simbolo del desiderio di vendetta, bensì di speranza contro la guerra.
Il film era stato portato al Festival di Venezia nel 2020, dove aveva meritato infatti il Premio Signis e nella motivazione, a proposito del titolo, si era detto che: "Le parole dell’apostolo Pietro, ‘Quo vadis’, riecheggiano nel sorprendente finale marcato dalla speranza, dove la protagonista Aida ritrova il suo lavoro come insegnante e rifiuta di abbandonarsi all’odio”.
Un film importante sul dramma vissuto dalla Bosnia e ancor più una denuncia morale su ogni guerra.
Zbanic si conferma così come una regista capace di trattare temi molto importanti dal punto di vista etico e morale, come già nel 2005, quando con "Il segreto di Esma" aveva vinto il premio della Giuria ecumenica e il Premio Film per la Pace al Festival di Berlino.
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