Al cinema - Hometown. La strada del ritorno
Regia di Mateusz Kudla e Anna Kokoszka-Romer
Con Roman Polanski e Ryszard Horowitz. Genere Documentario, durata 78 minuti.
Il regista Roman Polanski e il fotografo Ryszard Horowitz si incontrano a Cracovia e ripercorrono le strade e i luoghi della loro infanzia. Tra di loro ci sono sei anni di differenza: Horowitz è nato nel 1939 in questa città polacca. Polanski è nato a Parigi nel 1933. Dopo essersi conosciuti da bambini, entrambi hanno vissuto la costruzione del ghetto polacco e il dramma della deportazione.
Il film si apre con l’arrivo dei due amici (oggi famosissimi) che si rivedono dopo tantissimi anni e parlano dei loro ricordi, senza alcuna enfasi, a tratti con un tragico e nero umorismo. I registi, Mateusz Kudla e Anna Kokoszka-Romer, seguono silenziosamente i due vecchi compagni in interminabili camminate lungo le strade, il fiume, la campagna, riportando i dialoghi e le riflessioni, da parte di ognuno dei due riguardo all’altro (per esempio chi è sempre stato più impaziente, o chi era più viziato da bambino) e alle loro esperienze nel ghetto.
E’ così che si scopre che tutta la famiglia di Horowitz era stata deportata ad Auschwitz, dove venne salvata grazie alla famosa lista di Schindler (lo stesso Horowitz compare nel film omonimo di Spielberg). Roman Polanski con la sua famiglia arrivò in Polonia nel 1936 proprio per sfuggire all’antisemitismo che stava dilagando in Francia.
Una scelta davvero infausta: il padre di Roman (ebreo) e la mamma (cattolica) furono deportati: la mamma morì ad Auschwitz, mentre il padre riuscì a ritornare in Polonia. Roman Polanski si salvò dalla deportazione, protetto e nascosto da una famiglia cattolica di poveri contadini, di cui lo stesso regista parla con autentica commozione.
Il film, in polacco con i sottotitoli in italiano, è toccante senza cadere mai nel patetico, lasciando emergere soprattutto il mondo interiore attraverso sguardi, poche parole che rivelano i pensieri dei due protagonisti.
E solo alla fine si scoprirà il vero motivo del ritorno a Cracovia.
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