Al cinema - Grazie ragazzi
Regia di Riccardo Milani
Interpreti principali: Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Fabrizio Bentivoglio. Durata 117 minuti.
Antonio ha sempre svolto il suo mestiere di attore con grande passione e impegno, ma senza grande continuità, riducendosi a doppiare filmacci volgari (perfino pornografici) e di infima categoria. Per questo motivo, quando gli viene proposto il lavoro di insegnante di recitazione all’interno di un penitenziario, accetta ben volentieri. A poco a poco Antonio ritrova anche il gusto per il teatro e decide così di portare in scena l’opera di Samuel Becket “Aspettando Godot”; a questo punto convince la direttrice del carcere a portare la famosa pièce su palcoscenici anche al di fuori delle mura carcerarie. Naturalmente il finale riserverà qualche sorpresa.
Come una sorta di scatole cinesi, all’origine dell’opera di Milani vi è il film “Un triomphe” di Emmanuel Courcol del 2020, a sua volta tratto dal documentario dal titolo “I prigionieri di Beckett”, girato nel 2005, quest’ultimo basato su un’esperienza vera avvenuta quasi 40 anni fa in un carcere di massima sicurezza in Svezia. Riccardo Milani ne ha tratto un remake che è ora presente nelle nostre Sale della Comunità. L’idea di girare un film tra le mura di un carcere non è nuova, basti pensare a “Cesare deve morire”, dal “Giulio Cesare” di Shakespeare, che i fratelli Paolo e Vittorio Taviani avevano girato nel carcere di Rebibbia nel 2012. Milani non si accontenta però di rappresentare il dramma fino al debutto, ma arricchisce la narrazione con le repliche e una tournèe. “Grazie ragazzi” mescola abilmente teatro, finzione e realtà, dal senso dell’attesa (tema quanto mai profondo e reale per chi aspetta la fine della pena), al carcere visto non solo come giustizia o punizione, ma anche come possibilità di recupero e cambiamento.
Il film presenta momenti di autentica ilarità, ad altri ben più drammatici, ma senza discostarsi mai dall’intento del regista che è quello di mostrare uno spaccato di realtà marginale e problematica. Bravissimi Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Sonia Bergamasco nei panni della direttrice del carcere, e tutti gli altri attori perfettamente nella parte.
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