Economia in Italia, gravata dall’evasione
Secondo l’Unione Europea mancano ogni anno 26 miliardi
In occasione della riunione dell'Eurogruppo dei ministri Ue dell'Economia sono emersi tutti i dubbi di Bruxelles sulla nostra legge di Bilancio, con la decisione di esaminare il "caso Italia" in un altro summit con gravi ripercussioni per il nostro paese che si è improvvisamente ritrovato isolato dal gruppo di partner per i quali la Commissione aveva attivato il "Meccanismo di allerta" il 22 novembre scorso a Strasburgo.
Il commissario all'Economia Paolo Gentiloni ha confermato che pesano le considerazioni pesantemente negative della Banca d'Italia, espresse in occasione dell'audizione dei suoi vertici in parlamento, sulla nuova disciplina relativa al Pos, al tetto dei contanti e soprattutto quelle sull'importo della manovra.
Le incertezze ed i sospetti dei nostri partner sulla prima "finanziaria" del governo guidato da Giorgia Meloni hanno trovato una conferma "istituzionale" dall'Istituto di Via Nazionale che Bruxelles da sempre considera un autorevole punto di riferimento ed i suoi Bollettini, insieme a quelli della Bce e del Fondo monetario internazionale, sono alla base di molte delle valutazione macro-economiche Ue.
L'ipotesi più accreditata è quella che la Commissione possa ricorrere alla formula che recita "Solo parzialmente in linea con le raccomandazioni", che per il nostro paese vorrebbe dire tornare tra gli osservati speciali con una gravissima perdita di reputazione a livello mondiale, anche se gli effetti pratici si farebbero sentire solo alla fine della sospensione del Patto di stabilità che l'Italia si appresta a chiedere che sia spostata al 2025.
Il richiamo dell'Unione europea sull'evasione fiscale nel nostro paese, che si colloca all'ultimo posto tra i partner con un ammanco di 26 miliardi euro, diventa un atto formale in occasione della proposta della Commissione europea sulla fatturazione elettronica per evitare che in Europa si perdano ogni anno 93 miliardi di imposte.
Il progetto di Bruxelles si articola sul passaggio ad una rendicontazione digitale in tempo reale basata sulla fatturazione elettronica per le imprese che operano a livello transfrontaliero nell'Ue con nuove norme Iva aggiornate per le piattaforme di trasporto passeggeri e di alloggio di breve durata e l'introduzione di una registrazione Iva unica in tutta l'Ue.
Il problema in Italia nasce dalla sfiducia dei cittadini che vedono come le imposte versate con grande fatica e sacrificio vengono utilizzate male e sprecate con una spesa pubblica che supera i mille miliardi, più alta che in qualunque altro paese in proporzione al Pil, e che non serve come motore di sviluppo ma a mantenere una macchina burocratica pubblica enorme che nel 2025 arriverà a costare oltre 1.089 miliardi di euro e che non è riuscito a ridimensionare nessun tentativo di "spending review" portato avanti negli ultimi decenni.
Le entrate fiscali che dovrebbero essere utilizzate per un solido sviluppo del Pil, dell'occupazione e del benessere generale vengono sperperate per mantenere in vita un apparato pubblico che, nella maggior parte dei casi, rende solo difficile la vita ai cittadini e non è neppure in grado di evitare che si verifichino continue truffe e raggiri come accaduto anche con il Superbonus con lavori eseguiti anche nelle stalle e fatture false per un danno erariale che già oggi lo Stato quantifica in oltre 40 miliardi di euro. Questo drammatico malcostume generalizzato rende ancora più difficile il lavoro della premier Giorgia Meloni e del suo esecutivo per ottenere da Bruxelles una revisione del Pnrr con una maggiore flessibilità per riuscire a portare a termine i progetti inseriti nel Pnrr sia in termini di opere infrastrutturali che di riforme e per superare i gravi ritardi che si stanno già registrando , nonostante la prossimità delle scadenze, dai decreti attuativi sulla concorrenza a diversi provvedimenti in capo al ministero dell'Ambiente e al dipartimento dell'Innovazione tecnologica.
Il nostro paese deve dare reali segnali di volontà di cambiamento sia a livello politico che collettivo per ottenere quella fiducia dei nostri partner che è indispensabile per riuscire ad ottenere tutti i fondi previsti dal Pnrr e superare una situazione in cui siamo sempre visti come un paese di evasori e di approfittatori.
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