Genova e Liguria
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Gioco d’azzardo: a Genova una sala slot ogni 150 abitanti

In un convegno i dati drammatici che riguardano soprattutto gli anziani

A Genova - come denunciato dalla rete Mettiamoci in gioco - c'è una sala slot ogni 150 abitanti! Negli ultimi dieci anni i giocatori patologici presi in carico dai Ser.T in Liguria sono aumentati in maniera esponenziale: nel 2011 erano 116, nel 2021 sono quadruplicati. In Liguria il fatturato del gioco d’azzardo è di circa 2 miliardi di euro con una spesa pro capite che varia dai 1.300 euro di Genova ai 1.650 di Savona.
Sono alcuni dei dati emersi nel convegno svoltosi lunedì 10 Ottobre scorso presso la Sala del Caminetto di Palazzo Ducale, promosso da UISP e dalla rete Mettiamoci in gioco, composta da variegate realtà come Caritas Diocesana e Fondazione Auxilium, Fondazione Antiusura, Fondazione San Marcellino, Comunità di San Benedetto, Ceis, Acli, Sindacati confederali, Arci.
Secondo i dati presentati, in Italia il giro d’affari legato al gioco d’azzardo è di oltre 100 miliardi e le persone soggette a patologia da gioco (ludopatia) sono circa 2 milioni, poco meno della metà dei giocatori abituali. Dati impressionanti e preoccupanti che evidenziano un fenomeno che cresce a dismisura con ricadute devastanti, che calpesta la dignità di persone fragili e deboli, ingannate dal mito della vincita.

Chi studia il fenomeno concorda sul fatto che il numero reale dei giocatori patologici sia molto superiore rispetto a quello di chi effettivamente si rivolge a strutture di cura o supporto. Nell'81% dei casi si tratta di uomini, per la metà fra i 50 e i 65 anni, anche se nell’ultimo decennio è raddoppiato il numero di giocatori fra i 20 e i 29 anni, che ora sono l’8%.
I giocatori compulsivi over 65 sfiorano il 20%. Non solo sale gioco e slot machine: aumenta anche il gioco illegale via internet. Vittime incaute dell’azzardo sono soprattutto le persone sole e in particolare quelle anziane, famiglie con capofamiglia relativamente poco istruito e non occupato, persone in difficoltà economica.
Si comincia con una scommessa, con l’illusione di vincere qualcosa per tirare avanti, si finisce nella rete dell’usura, si sfasciano famiglie. Si comincia “per gioco”, si diventa “dipendenti del gioco”.
Poco consola che siano stanziati dallo stato fondi (si parla di 44 milioni) per curare chi cade nella trappola. Paradossale!

Da un lato lo stato consente e non ostacola il gioco (perché è evidente che ci guadagna) e dall’altra, quasi per pulirsi la coscienza, offre denari!

Nelle accoglienze offerte dalla Fondazione Auxilium e da altri enti non mancano soggetti fragili coinvolti nel gioco.
Soprattutto oggi cresce la fiducia nel gioco, si sprecano i pochi denari nella speranza di cambiare situazioni economiche precarie. Noi consideriamo quella del gioco una delle condizioni che provocano la povertà.
Il presidente della Commissione Antimafia della Regione Liguria, ha affermato che "le mafie, che in Liguria significa 'Ndrangheta, considerano il settore del gioco d’azzardo più redditizio del traffico di stupefacenti".
Sono necessari interventi legislativi.
La legge regionale 17 del 2012 - modificata poi dalla 2 del 2018 - che, prima in Italia, regolamentava le sale da gioco, slot machine e sale bingo prevedendo che non potessero aprire vicino a luoghi sensibili come scuole e case di riposo, è ferma!
Serve soprattutto una campagna di sensibilizzazione, di educazione e prevenzione. Anche in questo caso occorre dire che i cittadini tutti non devono ritenere che altri debbano farsi carico di questo triste fenomeno che mina la vita di migliaia di persone e famiglie ma hanno il dovere di non abbassare lo sguardo, di coinvolgersi, di fare rete (in particolare scuola e famiglie, associazioni ed enti) per mettere freno al dilagare di una “patologia”, di un virus impoverente e degradante in un periodo storico compromesso ed indebolito da eventi che ben consociamo.
È bene, ancora una volta, non ritenere il gioco d’azzardo - come le questioni sociali in genere - un problema che colpisce alcuni e da demandare ad altri.
Oggi più che mai c’è urgenza di una nuova coscienza sociale che combatta indifferenze e individualismo.

A tutti interessa una società “buona”, tutti desideriamo una città tranquilla, sicura. Tutti dobbiamo però essere corresponsabili e disponibili, soprattutto coloro che “credono” di essere portatori di un messaggio di speranza e di vita e non tollerano tutto ciò che calpesta la dignità delle persone.
*Direttore
Fondazione Auxilium

Fonte: Il Cittadino
Gioco d’azzardo: a Genova una sala slot ogni 150 abitanti
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