Gioco d'azzardo: dubbi sulla manovra 2019
La Consulta Nazionale Antiusura ha in programma tre convegni per chiarirne i vari punti
Nella manovra 2019 varata dal Governo si parla anche di gioco d’azzardo; a tal proposito – sostiene Mons. Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, c’è un’ambiguità di fondo.
In particolare, si rileva che dal testo definitivo è stata soppressa una disposizione che prevedeva che la riforma complessiva in materia di giochi pubblici definisse criteri omogenei su tutto il territorio nazionale in ordine alla distribuzione e agli orari degli esercizi che offrono gioco pubblico.
I commi 569 e 571 dell’articolo 1, “Misure di prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo”, prevedono che dal 1° luglio 2019 l’Agenzia delle dogane e dei monopoli metta a disposizione degli enti locali gli orari relativi agli apparecchi da gioco il cui funzionamento sia subordinato al collegamento a un sistema di elaborazione della rete.
Relativamente alla riforma dei concorsi pronostici sportivi, l’aumento del montepremi, tra il 74 e il 76%, è rivolto ad attrarre un numero maggiore di giocatori verso una tipologia di gioco che presenta l’assenza di rischi legati al fenomeno d’azzardo. Tale aumento, secondo D’Urso, è destinato a diffondere ancora di più il gioco, per aumentare gli incassi dello Stato.
A fronte di una mancanza di presa di posizione netta contro la diffusione e lo sviluppo del gioco d’azzardo, la Consulta Nazionale Antiusura organizzerà tre convegni per chiedere di dare la possibilità alle singole Regione di legiferare in tema di azzardo.
I convegni si svolgeranno a Palermo (già stabilita la data del 20 febbraio), a Torino e a Roma.
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