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Catechesi nell'arte - San Francesco d'Assisi

Patrono d'Italia, modello di santità nella povertà

Catechesi nell'arte - San Francesco d'Assisi

Rappresentato con il saio bruno e il cingolo, San Francesco ha come principale attributo le ferite delle stigmate. Le più antiche immagini lo raffigurano gracile, minuto e sofferente. Spesso tiene in mano un crocifisso, oggetto di adorazione.
Francesco nacque ad Assisi nel 1181 figlio del mercante di stoffe Pietro Bernardone. Trascorse la giovinezza frequentando allegre compagnie con il sogno di diventare cavaliere.
All’età di ventitré anni, mentre si recava in Puglia a combattere Gualtiero di Brienne, ebbe a Spoleto una visione.
Tornò a casa e da li cominciò la sua conversione: l’incontro con il lebbroso e il messaggio del Crocifisso di San Damiano lo spinsero, in conflitto con il padre, a vivere solo per Dio abbracciando la povertà. Nel 1208 iniziò a predicare la penitenza, vestito di sacco e vivendo di elemosina, mentre si univano a lui i primi compagni.
La prima regola dell’ordine dell’ordine venne sottoposta a papa Innocenzo III che la approvò e diede ai frati il mandato della predicazione penitenziale.
Cominciarono allora le missioni in Italia e oltralpe. Francesco andò anche in Terra Santa ad annunciare Cristo al sultano.
Rientrato ad Assisi dovette affrontare difficoltà interne all’ordine e, nel capitolo del 1220 cedette il governo a Pietro Cattani.
Nel 1224 ricevette le stigmate sul monte della Verna, divenute suo principale attributo iconografico. Poco dopo lo colse una grave malattia agli occhi e, quasi cieco, a San Damiano, compose il Cantico delle Creature.
Morì il 3 ottobre 1226. Le immagini che illustrano la sua vita e gli episodi della sua attività spirituale trovano una completa rappresentazione negli affreschi della basilica superiore di San Francesco ad Assisi, realizzati da Giotto tra il 1296 e il 1305.
Ma altri artisti si dedicarono alla figura del santo, come Benozzo Gozzoli, che tra il 1450 e 1452 realizzò un ciclo di affreschi dedicato al santo per la chiesa a lui dedicata a Montefalco.
Di grande rilevo dal punto di vista narrativo e simbolico è la scena che rappresenta La rinuncia ai beni: qui Francesco rinuncia pubblicamente ad ogni suo bene, restituendo tutto al padre e spogliandosi di ogni cosa. La scena è ambientata all’aperto in Assisi. E’ la fusione di due episodi narrati dalle fonti, le ingiurie del popolo di Assisi che per le strade lanciava sassi a Francesco, e la successiva rinuncia di fronte al vescovo, in realtà avvenuta all’interno della cattedrale.
Il vescovo di Assisi era stato chiamato a fare da giudice sulla rinuncia dei propri beni ricevuti in famiglia da parte di Francesco; rimane ammirato per il gesto del giovane che da ora protegge e sostiene. Il padre di Francesco, invece deve essere trattenuto a causa dello scatto d’ira per cui si scaglierebbe sul figlio che dichiara di riconoscere solo Dio, come suo padre.
Un altro episodio molto rappresentato della vita del Santo è quello relativo alle stigmate: ne è un esempio il dipinto di Giotto, realizzato intorno al 1330 e conservato al Louvre: Stigmatizzazione di San Francesco, dove troviamo Francesco inginocchiato di fronte a Cristo in Croce con le ali di un serafino che imprime nel suo corpo le stigmate. È l’immagine della visione che il santo ebbe sul monte della Verna.
Più rara è invece l’immagine che vede la rappresentazione allegorica del Matrimonio con madonna Povertà, ne è un esempio il dipinto di Francesco di Giorgio Martini realizzato tra 1458 e 1460 e conservato Alte Pinakothek di Monaco. Qui Francesco è rappresentato giovane e senza barba: il suo stato di religioso è indicato dalla tonsura. La corda con cui il Santo si cinge, il saio ha tre nodi, simbolo dei tre voti di povertà, castità e obbedienza.
Gesto simbolico del voto di povertà è il matrimonio mistico: questa rappresentazione si basa sull’operetta allegorica Sacrum commercium della seconda metà del XIII secolo. La Povertà ha un’aureola sul capo, differente dal clipeo che illumina Francesco.

Nella foto: Benozzo Gozzoli, La rinuncia ai beni

Fonte: Il Cittadino
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