Al Museo Diocesano la "Natività" di Mathias Stom
Il quadro "ritrovato" e inserito nel percorso espositivo "Il Natale è un dono"

Tra due settimane si chiuderà al pubblico, al Museo Diocesano, il percorso dedicato all’Avvento e al Natale che abbiamo voluto intitolare “Il Natale è un dono” con l’intenzione di mettere l’accento sui diversi significati connessi a questa parola: dono, regalo, presente, pensiero. La distinzione poteva sembrare superflua..in realtà, a forza di utilizzare il termine ‘regalo’ – e in particolare durante il periodo precedente il Natale - ci si dimentica della gratuità e quindi della “purezza” contenuta nel ‘dono’. Gesù Bambino è il dono di Dio per gli uomini: questo ricordiamo a Natale.
Grazie alla disponibilità di due collezionisti privati abbiamo potuto arricchire il percorso con due importanti dipinti del primo Seicento genovese, esposti nella prima sala a introdurre il percorso e creare il fil rouge cronologico e tematico: L’Adorazione dei pastori di Anton Maria Vassallo e l’Adorazione dei Magi di Valerio Castello, due importanti esponenti della pittura genovese che hanno impreziosito, con la loro raffinata qualità esecutiva, l’itinerario declinato nelle altre sale.
Il primo dipinto, anch’esso emerso dal collezionismo privato presenta la Sacra Famiglia poco dopo la nascita di Gesù: il piccolo è seduto su un’alta mangiatoia e mostrato a due pastori, vestiti a festa e venuti ad adorarlo portandogli umili doni. Una luce straordinaria promana dal suo corpicino e illumina il volto della madre, accende di riflessi i volti e gli abiti dei due giovani, e conduce il nostro sguardo anche ai minuti fili di paglia sparsi per terra. In questo notevole dipinto, l’artista – definito il più fiammingo tra i pittori genovesi (Genova 1618- Milano 1660) – riesce a creare una scena di grande poesia e tenerezza, senza trascurare di soffermarsi su quei poveri doni – le due galline, gli animali della capanna – che erano spesso stati l’oggetto prediletto della sua produzione pittorica.
E’ un giovane Valerio Castello l’autore dell’Adorazione dei Magi, ancora sensibile alla pittura di Perin del Vaga e di Parmigianino che però rielabora con grande virtuosismo. Un’impostazione barocca per questo dipinto da stanza, realizzato con una raffinata ricerca spaziale: i Magi, invece di venir raffigurati tradizionalmente disposti in corteo, elegantemente abbigliati e colti mentre si prostrano davanti al piccolo Gesù, sono qui riuniti con questo taglio “a mezzo busto” che li costringe e chiude in uno spazio molto compresso, all’interno del quale si dispongono in scala, secondo una visione spaziale pienamente barocca. L’artista è inoltre maestro nella stesura pittorica, realizzata con lacche trasparenti che danno vita a forme evanescenti e rarefatte, di grande originalità.
Accanto a queste due meravigliosi dipinti, il Museo ha potuto ospitare un importante ritrovamento proveniente dai Beni Culturali dei Minori della Provincia di Sant’Antonio. E’ stata proprio la casualità a condurre Giacomo Montanari, storico dell’arte e docente (Università di Genova) a individuare in un dipinto esposto all’interno della Depositeria un’opera dell’artista olandese Mathias Stom (Amersfoort, 1600 circa - dopo il 1650), la Natività di Gesù Cristo. La straordinaria scoperta, già di per sé significativa, ha portato lo studioso ad individuare nell’opera uno dei tasselli mancanti di un importante ciclo pittorico eseguito dall’artista fiammingo per il conte di Mazzarino e principe di Butera Giuseppe Branciforte Barresi e Santapau. La tela, eseguita negli anni 40 del Seicento, sarebbe poi transitata, attraverso connessioni ancora da indagare – dispersione dei patrimoni famigliari, donazioni -, verso Genova, città legata da scambi commerciali con Napoli e qui conservata nel convento dell’Annunziata del Vastato. Il recupero di quest’opera dello Stom, pittore di altissima qualità come si palesa in altre opere conservate sia a Napoli che a Genova, ha rappresentato davvero una sorpresa e un importante risarcimento alla sua produzione pittorica: purtroppo il dipinto, per interventi non sempre adeguati, si presenta in uno stato conservativo precario, così che si rende urgente un intervento di restauro per eliminare, dove possibile, gli interventi incongrui del passato e restituire all’opera lo splendore iniziale, di cui restano evidenti segnali. Il Museo, insieme allo stesso Montanari, si sta impegnando nella promozione dell’intervento di restauro, in collaborazione stretta con la proprietà dei Frati Minori, con la Soprintendenza genovese e l’Ufficio Beni Culturali. Sperando in un meraviglioso dono per il prossimo Natale 2025.
Paola Martini
Conservatore Museo Diocesano
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