Con Il Cittadino nel Giubileo 2025
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Al cuore del Giubileo c'è la speranza!

Una forza trasformatrice che spinge i credenti ad impegnarsi attivamente per rendere il mondo più giusto e più fraterno

Il prossimo Giubileo è stato indetto dal Papa con la Bolla "Spes non confundit". Il titolo riprende l'annuncio paolino: "la speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato" (Rom. 5, 5).

Fondamento della speranza è dunque la certezza dell'amore di Dio rivelato in Cristo. A differenza delle speranze puramente umane, quella cristiana è fondata sulla fedeltà di Dio, permette di affrontare le difficoltà e le tribolazioni con pazienza e perseveranza ed ha una dimensione insieme personale ed ecclesiale. La speranza cristiana non ignora le difficoltà e le sofferenze, ma le attraversa con la forza della fede, trasformandole in occasioni di crescita e rinnovamento spirituale.

Francesco invita a riscoprire i segni di speranza presenti nel mondo contemporaneo, nonostante le sfide e i problemi, e a tradurre la speranza in azioni concrete di solidarietà e di impegno per la giustizia.

L'intero Giubileo viene presentato come un cammino di speranza, vissuto mediante il pellegrinaggio.

Sono significativi alcuni momenti: l'apertura della Porta Santa in San Pietro il 24 dicembre 2024 e nelle altre basiliche papali nei giorni successivi; l'invito ai vescovi ad aprire il Giubileo nelle cattedrali di tutto il mondo il 29 dicembre 2024; la chiusura il 6 gennaio del 2026.

In questo periodo di tempo, i fedeli sono invitati a farsi pellegrini e a intraprendere un percorso di conversione e di rinnovamento spirituale. Il Papa suggerisce, innanzitutto, alcuni atteggiamenti personali: la riscoperta del valore del silenzio, della fatica e dell'essenzialità nel pellegrinaggio; il continuo impegno per la conversione personale mediante la celebrazione del sacramento della Riconciliazione.

La speranza cristiana apre all'orizzonte di Dio e al pensiero della vita che verrà, ma non distoglie dalla storia. Spinge a compiere alcuni gesti concreti e urgenti, come far tacere le armi e porre fine ai conflitti o impegnarsi perché il desiderio dei genitori di trasmettere la vita trovi modelli sociali adeguati.

Per alcune categorie di persone il Giubileo deve portare un lieto annuncio di liberazione (cfr. Is. 61, 1-2). Lo ricorda il Papa.

Per i detenuti, propone forme di amnistia o di riduzione della pena e condizioni dignitose nelle carceri; per gli ammalati che si trovano nelle case, negli ospedali o nelle strutture chiede la vicinanza e l'affetto delle persone; per i giovani, domanda attenzione alle loro aspirazioni e difficoltà, favorendo il loro inserimento nel mondo del lavoro e nella società; per i migranti, accoglienza e integrazione; per gli anziani, valorizzazione della loro esperienza e saggezza.

hiede che le ingenti spese impiegate per gli armamenti siano invece devolute al sostegno dei miliardi di poveri, a cui manca il necessario per vivere. I beni della terra, anche se nelle mani di pochi, hanno invece secondo il disegno del Creatore una destinazione universale.

Sarebbe per questo un atto di giustizia che le Nazioni benestanti giungessero a condonare i debiti di quei Paesi che mai potrebbero ripagarli.

La speranza è una forza trasformatrice che spinge i credenti ad impegnarsi attivamente per rendere il mondo più giusto e più fraterno; è uno stile di vita personale e sociale.

La speranza spinge a grandi trasformazioni pur rimanendo la più piccola. "È la più umile delle tre virtù teologali, perché rimane nascosta ‒ spiega Papa Francesco ‒ la speranza è una virtù rischiosa, una virtù, come dice san Paolo, di un'ardente aspettativa verso la rivelazione del Figlio di Dio (cfr. Rm 8, 19). Non è un'illusione [...]. È una virtù che non delude mai: se tu speri, mai sarai deluso", è una virtù concreta, "di tutti i giorni perché è un incontro" (Omelia, 29/10/2013).

Ritornano le belle parole del poeta francese Charles Péguy, che parla di questa virtù come di una bambina che guarda al futuro e sorprende persino Dio. “La fede che più amo ‒ dice Dio ‒ è la speranza [...]. Ciò che mi sorprende ... è la speranza. E non so darmene ragione. Questa piccola speranza che sembra una cosina da nulla. Questa speranza bambina. Immortale”.

La piccola speranza avanza fra le due sorelle maggiori ‒ la fede e la carità ‒ e su di lei nessuno volge lo sguardo. “Avanza la speranza tra le due sorelle maggiori tenendole per mano, ma è lei in realtà che le conduce”. (Il portico del mistero della seconda virtù, 1911).

*Vicario Generale

Fonte: Il Cittadino
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